Con l’incontro di stamane al Ministero si può considerare avviata a soluzione la vicenda del concorso riservato per il reclutamento dei dirigenti. L’urgenza di far partire la procedura – da noi più volte rappresentata – è stata fatta propria dall’Amministrazione, insieme all’obiettivo di permettere l’assunzione dei vincitori già a partire dal 1 settembre 2007. La firma del Ministro è attesa nell’arco della prossima settimana e la pubblicazione del bando in Gazzetta Ufficiale si avrà – presumibilmente – entro la metà di ottobre.
E’ un passaggio sicuramente positivo, da noi fermamente promosso e sostenuto in tutte le sedi. Permangono peraltro, e vanno affrontate, alcune criticità:
- la questione dei cosiddetti “idonei” (cioè di coloro che hanno superato le prove scritte ed orali previste per la seconda fase) del concorso ordinario in atto, che non hanno trovato posto nel contingente previsto per la frequenza del corso di formazione;
- il numero dei posti che saranno messi a bando per il concorso riservato (1.458), che, anche tenendo conto della prevista revisione successiva (154 posti in più), non sarà sufficiente ad assicurare la sistemazione di tutti gli attuali presidi incaricati.
Si tratta, come è evidente, di interessi fra di loro concorrenti e che sono resi ulteriormente più complessi dall’esistenza di numerose fattispecie secondarie (gli ammessi con riserva, i presidi incaricati nominati per la prima volta quest’anno a seguito della sentenza della Corte Costituzionale, gli esclusi dalla preselezione (sulla base di un rapporto 1:7) che avrebbero motivo di ricorso ove il numero dei posti inizialmente previsto avesse a mutare, ed altri ancora).
I sindacati scuola del comparto stanno tenendo in questa partita una posizione ambigua, che alimenta la confusione fra gli interessati: da un lato sollecitano una non meglio precisata “soluzione legislativa” per tutte le “situazioni di sofferenza”; dall’altra sembrano non rendersi conto che la soluzione di un problema preclude quella dell’altro e che ogni intervento legislativo prolunga nel tempo l’avvio dei concorsi e quindi aggrava le criticità che dice di voler sciogliere.
L’Anp non ha ritenuto – e non ritiene – di seguire gli altri su questo terreno, sul quale non ci sono soluzioni neutrali, ma solo interessi contrapposti fra loro. Soprattutto, l’Anp non vuole dimenticare né abbandonare alcuni punti fermi, che sono da sempre alla base della sua politica sul reclutamento:
- occorre superare al più presto l’attuale situazione di emergenza, con tremila sedi scolastiche prive di un dirigente effettivo. Ogni iniziativa che allontani il raggiungimento di questo obiettivo va in senso contrario agli interessi della categoria ed a quelli della scuola;
- occorre riconoscere le professionalità acquisite, in primo luogo dai presidi incaricati, ma senza soluzioni improvvisate, che nuocciono alla scuola ed all’immagine della dirigenza;
- fermo restando il rispetto per le pronunce della Magistratura, una sospensiva non è una sentenza di merito e non costituisce un diritto acquisito;
- le regole del gioco non si cambiano a partita in corso, ma solo per le partite future;
- lo strumento per valorizzare i percorsi di reclutamento parzialmente positivi compiuti dai singoli è quello dei crediti, da far valere in successivi concorsi;
- le graduatorie permanenti – o qualunque soluzione legislativa che di fatto le introduca – sono un danno per le scuole e per la professione. Inoltre, fotografando la situazione degli aspiranti ad un momento dato, chiudono la porta per molti anni all’ingresso nella dirigenza dei docenti più giovani e trasformano il ruolo in una posizione sclerotizzata, cui si accede di fatto solo in età avanzata. Non possiamo rivendicare per noi quello che abbiamo sempre considerato come una delle patologie più gravi per quanto riguarda i docenti.
La nostra è una posizione consolidata, che ha una sua coerenza interna e risponde ad un preciso disegno strategico, la cui validità si misura sui risultati via via acquisiti, come nel caso del concorso riservato. Questo è ben noto a coloro che hanno seguito negli anni le proposte dell’Anp, costantemente pubblicate ed aggiornate sul nostro sito.
In coerenza con i principi enunciati, i nostri obiettivi prioritari per l’immediato futuro, più volte indicati ai responsabili politici ed all’Amministrazione come l’unica via per uscire dall’attuale impasse, sono, oltre allo sblocco immediato del riservato:
- sollecita conclusione del concorso ordinario in atto, a regole invariate, senza interventi legislativi che ne alterino la fisionomia, esponendolo al rischio di ricorsi e di annullamenti;
- impegno a riscrivere le regole dei futuri concorsi ordinari secondo i principi da noi più volte enunciati (in primo luogo quello della loro regolare indizione a scadenze certe);
- in questo ambito, inserimento nei percorsi concorsuali della previsione di consistenti crediti (sotto forma di punteggi o di esonero parziale dalle prove) per chi abbia concluso con esito positivo segmenti significativi delle precedenti procedure di reclutamento.