Con la pubblicazione del “Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione” ,corredato dal documento tecnico sui quattro assi culturali (dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale) si viene delineando in modo più ampio il quadro di innovazioni che riguardano il sistema scolastico e formativo: le nuove indicazioni nazionali per il primo ciclo, il riassetto del sistema secondario con il recupero dell’istruzione professionale nell’ambito delle competenze statali e adesso, l’ obbligo di istruzione fino ai 16 anni, finalizzato all’ acquisizione di un diploma o di una qualifica professionale triennale nell’ambito del diritto-dovere all’istruzione fino ai 18 anni.
Queste disposizioni, come altre ancora in fieri, in attuazione della legge finanziaria 2007, sono in vigore in forma sperimentale per tutte le istituzioni scolastiche, a partire da questo anno, ma andranno definitivamente a regime dal 2009-2010.
Alcune osservazioni sul nuovo obbligo di istruzione:
- sembra molto positivo il riferimento alle otto competenze chiave indicate dall’Unione Europea come fondamentali per l’esercizio di cittadinanza attiva (imparare ad imparare, progettare; comunicare; collaborare e partecipare; agire in modo autonomo e responsabile; risolvere problemi; individuare collegamenti e relazioni; acquisire ed interpretare l’informazione), nonché il riferimento ai saperi articolati in abilità/capacità e conoscenze secondo il Quadro europeo dei titoli e delle qualifiche (EFQ): orientare il sistema verso parametri di riconoscibilità e spendibilità delle competenze a livello internazionale è infatti uno dei punti sui quali la nostra associazione ha più volte, negli anni, sollecitato i legislatori;
- positiva anche la valorizzazione dell’autonomia didattica e curricolare con il superamento della prescrittività dei programmi e dei contenuti: si dà spazio infatti all’autonomia progettuale ed alla professionalità dei docenti per la costruzione di percorsi idonei al raggiungimento di obiettivi non più meramente disciplinari, ma individuati all’interno dei quattro assi culturali.
Poiché, però, non si toccano gli assetti della secondaria superiore i cui programmi sono pensati con altre ottiche, fondate soprattutto sulla riproposizione di meri contenuti disciplinari, come coniugare la progettazione su assi culturali con i vecchi contenuti parcellizzati? Sarà uno sforzo di grande rilievo perché si tratterà di usare flessibilità e costruire trasversalità in strutture fondamentalmente rigide; si tratterà altresì di usare metodologie innovative, di approccio esperienziale e laboratoriale in una scuola che ne ha sempre preferito uno di tipo teorico.
I docenti sono dunque chiamati rivedere contenuti, strumenti e metodi nonché a ripensare criteri e modalità di valutazione: si tratterà di sperimentare processi di apprendimento e certificazioni di competenze. E’ una sfida per lo sviluppo della professionalità dei nostri docenti che dovranno misurarsi finalmente su parametri e standard europei.
Per questo però è necessario e urgente, se si vuole che l’operazione abbia esito positivo, un grande investimento in formazione e in strumenti di supporto (laboratori, ambienti di apprendimento adeguati ed incentivi).
- Occorre che i due documenti, quello sulle indicazioni del 1° ciclo e quello sul nuovo obbligo siano raccordati anche in modo effettivo, attraverso il supporto di azioni di orientamento e di progettazione comune, visto che la cesura tra il primo ed il secondo ciclo è sempre stata uno dei punti di crisi del sistema: basti vedere i tassi di selezione e di dispersione che hanno caratterizzato il biennio superiore.
- Il testo del DM fa esplicito riferimento agli strumenti previsti dal regolamento dell’autonomia ed in particolare alla flessibilità del 20% : sappiamo che spesso vincoli di varia natura hanno impedito ed ostacolato l’utilizzazione di questa possibilità (struttura delle cattedre, ipertrofia degli orari ed enciclopedismo dei contenut), vincoli da superare in tempi brevi se si vuole che la scuola cambi davvero.