Abbiamo letto con sincero interesse la corposa Relazione politica che il Segretario generale, Francesco Scrima, ha pronunciato davanti all’Assise nazionale della CISL Scuola a Riccione, con il desiderio di trovare al suo interno toni e posizioni che andassero nel senso, da noi auspicato, di una forte valorizzazione delle professionalità che operano all’interno del mondo dell’istruzione.
A lettura ultimata non possiamo fare a meno di esprimere una profonda delusione per il complessivo impianto della Relazione, che abbiamo trovato molto sbilanciata sul piano della polemica politico-sindacale (- contrasto e resistenza -) e troppo poco attenta alle sensibilità dei professionisti della scuola, stanchi di soggiacere ad un insopportabile egualitarismo sia funzionale che retributivo.
Eravamo anche certi che dalla tribuna del congresso nazionale della CISL Scuola dovesse arrivare una parola di chiarezza sulla dirigenza delle scuole e sul rinnovo del contratto dell’Area V, attualmente in stallo sui problemi della perequazione. Ci si attendeva un’azione di contrasto, abbiamo invece registrato il più totale silenzio. Dei dirigenti scolastici, mai direttamente richiamati nella Relazione, il Segretario generale della CISL si è ricordato solo indirettamente e in negativo.
Indirettamente allorché Scrima ha sentito il dovere di ringraziare pubblicamente le RSU CISL: – che consideriamo la nostra “prima linea” – immagine bellica che non riusciamo ad apprezzare neanche un poco, perché esprime una cultura sindacale antagonista che fa leva sulla necessità di sconfiggere la controparte.
In negativo allorché, affrontando il tema della valutazione del personale dichiara: – Diciamo quindi, forti e chiari, due no: non siamo disponibili ad accettare interventi per legge sulle carriere dei docenti; non accettiamo che la valutazione del merito e la cosiddetta “premialità” possano essere consegnate alla sola discrezionalità del dirigente scolastico – .
Il messaggio è chiaro ed è duplice: nessuna prospettiva di valorizzazione professionale per i docenti e ostilità manifesta nei confronti del ruolo dirigenziale.
Dobbiamo riconoscere che difficilmente il Segretario generale della CISL Scuola avrebbe potuto essere più esplicito nel suo pervicace rifiuto di affrontare il tema della crescita professionale di chi opera all’interno delle scuole. Da qui il totale dissenso nostro e di tutti coloro che sulla carriera per i docenti e sulla funzione positiva della valutazione si sono impegnati da sempre.
A quei dirigenti e a quei docenti che ancora pensano che la CISL tuteli i loro interessi e si adoperi per vederne affermate le aspettative lasciamo il problema di far combaciare i desideri con la realtà.