Si è tenuto questa mattina al MIUR un incontro di consultazione con le Organizzazioni Sindacali sulla bozza delle Indicazioni nazionali per i licei, di recente pubblicata sul sito dell’ANSAS. Era presente il Consigliere del Ministro Dr. Bruschi, che ha illustrato la bozza con i relativi criteri di stesura nonché le modalità che il MIUR intende seguire per raccogliere pareri e proposte da parte degli operatori della scuola e degli altri soggetti interessati. L’ANP ha presentato le sue osservazioni, inserite in un documento più articolato (si veda l’allegato) inviato al Capo Dipartimento e al Consigliere del Ministro. In particolare, l’ANP ha evidenziato i seguenti punti:
- la sfida sottesa alla ratio del Regolamento di riordino dei Licei è finalizzata a introdurre un vero e proprio rovesciamento del rapporto tra i processi di apprendimento e di insegnamento: una scuola che passa dalla priorità delle conoscenze a quelle delle competenze, come ci indica il riferimento alla certificazione EQF contenuta nel testo stesso del Regolamento. In realtà, però, le Indicazioni non recepiscono ancora del tutto questa sfida, poiché in esse si rileva una esplicita insistenza sulla prescrittività dei contenuti (in particolare, negli obiettivi specifici di apprendimento). Nonostante il fatto che nel dibattito attuale si registri l’urgenza di definire gli standard formativi per la valutazione e la certificazione delle competenze (basti pensare al documento relativo all’Obbligo di istruzione, in cui, a partire dalle competenze, vengono declinate le abilità/capacità e le conoscenze), le Indicazioni per i licei affrontano diversamente la questione, in quanto mescolano abilità/capacità, conoscenze e competenze;
- occorre ricordare che, secondo il Regolamento, le Indicazioni nazionali dovrebbero raggiungere un duplice scopo: da un lato, declinare i risultati di apprendimento in conoscenze, abilità e competenze in modo coerente con le linee di tendenza in Europa; dall’altro lato, assicurare il riordino dei percorsi liceali con la piena attuazione dell’autonomia. Si nota, però, in particolare che, nella declinazione degli obiettivi specifici di apprendimento delle diverse discipline, ricompare l’enciclopedismo tipico dei vecchi Programmi e che i quadri di riferimento adottati dalle rilevazioni nazionali e dalle indagini internazionali sugli apprendimenti degli studenti non sono ancora pienamente assunti. Si privilegiano, infatti, elenchi di contenuti che ci riconducono alla logica ormai superata dei Programmi ministeriali e che tradiscono non solo il nomen, ma anche l’assunto delle Indicazioni nazionali, che dovrebbero consistere nella determinazione degli obiettivi da lasciare poi alla autonoma programmazione dell’attività delle scuole;
- è necessario poi: garantire la coerenza dell’impianto concettuale del primo biennio con gli assi culturali dell’Obbligo di istruzione e con le competenze chiave di cittadinanza; sottolineare l’importanza della valenza formativa della didattica laboratoriale per tutte le discipline e non solo per quelle che hanno ore di laboratorio; ribadire la necessità della multidisciplinarità dei percorsi formativi finalizzati alla costruzione delle competenze, proprio in quanto strutture complesse;
- appare ineludibile fornire alle scuole standard di valutazione per ciò che attiene alla certificazione prevista delle competenze in uscita sia per il primo biennio coincidente con l’obbligo sia per il quinto anno;
- pur apprezzando l’impianto redazionale delle Indicazioni per i licei, è opportuno che siano redatte con un registro analogo per evitare la gerarchizzazione dei tre ordini nei quali si articola il secondo ciclo.