La sintesi
Ci sono alcuni punti fermi nella elaborazione delle idee di Anp sulle riforme di ordinamento, che hanno consentito una riflessione chiara sulle proposte che si sono succedute negli anni; abbiamo per questo costruito, nel tempo, una bussola orientata alle innovazioni, capace di tenere conto anche di ciò che accade nei sistemi di altri paesi. Il punto di partenza è l’analisi delle difficoltà e delle arretratezze del nostro sistema e, in parallelo, i rimedi che le rilevazioni internazionali, quelle nazionali e i suggerimenti del Parlamento e della Commissione europea rivolgono al nostro Paese. Con gli adattamenti del caso.
Innovazioni nel I Ciclo di istruzione
L’emanazione del Regolamento per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione (D.P.R. 20 marzo 2009, n. 89) ha coinvolto i circoli didattici, gli istituti comprensivi e le scuole secondarie di primo grado in una revisione impegnativa delle pratiche professionali. I cambiamenti introdotti sono numerosi e richiedono – al massimo possibile – la valorizzazione degli strumenti consentiti dalle norme sull’autonomia scolastica: non si tratta di ricercare modelli organizzativi rigidi e uniformi sul territorio nazionale, ma di contestualizzare le risposte ai bisogni specifici della realtà scolastica in cui si opera. In modo particolare, nella scuola primaria la figura del docente unico/prevalente e la revisione dell’organizzazione didattica hanno sollecitato le scuole a costruire soluzioni particolarmente attente alle condizioni di contesto: è stato, infatti, necessario definire – coerentemente con la dotazione organica assegnata, con le competenze professionali di cui dispone il Collegio dei Docenti e soprattutto in armonia con i principi ispiratori dell’autonomia ai sensi del D.P.R. 8 marzo 1999, n, 275 – una pluralità di modelli organizzativi, che inevitabilmente hanno evidenziato soluzioni diversificate dentro la medesima istituzione scolastica e tra le istituzioni scolastiche.
In merito all’attuazione del Regolamento per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione l’ANP ritiene che le seguenti azioni non siano più rinviabili:
- è urgente definire standard formativi nazionali per evitare differenze sostanziali nell’esercizio dell’autonomia, che non può esprimere la sua efficacia senza adeguati processi di valutazione;
- occorre stabilire un raccordo efficace tra l’Atto di indirizzo e il quadro delle competenze delineate nel documento sull’Obbligo di istruzione. Tali competenze vanno declinate a livelli diversi a partire dalla scuola dell’infanzia, affinché si affermi realmente la prospettiva di un curricolo verticale dai 3 ai 16 anni di età;
- va introdotto un “rovesciamento” di progettazione del curricolo: al centro non ci sono le conoscenze, ma le competenze così come individuate nel documento sull’Obbligo di istruzione, che va assunto come modello di riferimento per la revisione delle Indicazioni Nazionali relative alla scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione;
- sono necessarie valide misure di sistema per l’accompagnamento dei processi di innovazione: tra queste misure, la formazione del personale scolastico rappresenta una leva strategica determinante.
Innovazioni nel II Ciclo di istruzione
La proliferazione degli indirizzi e l’implementazione dei quadri orari avvenute negli ultimi venti anni, a fronte di richieste di arricchimento dei curricoli determinate dalle condizioni di sviluppo delle scienze in ogni campo, non sono state risposte adeguate, per cui la nostra bussola, sempre orientata su tre coordinate fondamentali (sviluppo dell’autonomia delle scuole; sviluppo delle professionalità; risorse umane e materiali necessari per un’innovazione efficace), si è dotata di un quadrante con articolati indicatori di controllo:
- numero di indirizzi: da limitare il più possibile;
- numero di discipline di insegnamento: da limitare alle essenziali, lasciando alle scuole la possibilità di arricchire l’offerta formativa nei curricoli locali;
- quadri orari annuali, per consentire la massima flessibilità, ma contemporanea riduzione dei tetti negli indirizzi con ore superiori alle 30 settimanali;
- costruzione di consistenti aree comuni nel primo biennio (coincidente con l’obbligo di istruzione) per consentire passaggi tra indirizzi e ordini;
- indicazioni nazionali organizzate per competenze e non per contenuti disciplinari;
- orientamenti per didattiche laboratoriali e metodiche innovative (stage, aree di progetto, tirocini…);
- alti tassi di flessibilità curricolare per adeguare le OF delle scuole ai bisogni di utenti e territori;
- raccordi sui territori per le confluenze tra vecchi e nuovi ordinamenti;
- certificazioni di competenze secondo modelli europei;
- misure di sistema per l’informazione e la formazione del personale;
- indicazione per l’istituzione di dipartimenti disciplinari;
- costituzione di comitati tecnico – scientifici;
- monitoraggio e valutazione dei processi di innovazione.
Sulle indicazioni e gli orientamenti dell’Anp in materia, è consultabile un’apposita scheda.
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