Si è svolta stamattina, presso il Salone d’Onore del CONI a Roma, la Conferenza Stampa di presentazione del Rapporto 2009 “Gioco e Giovani” sui giovani e sul mercato dei giochi con vincita in denaro.
La ricerca è stata condotta nel periodo ottobre 2008 – febbraio 2009 dalla società di studi economici e sociali Nomisma di Bologna, col sostegno e il patrocinio dell’ANP.
«L’associazione è interessata a tutto ciò che riguarda il mondo giovanile – ha detto nel suo intervento introduttivo il Presidente ANP Giorgio Rembado – anche al di là di ciò che accade dentro le mura scolastiche. La scuola, proprio per le sue finalità e responsabilità educative, ha la necessità di conoscere e comprendere i valori, le aspettative, le tensioni, le aspirazioni, i modelli di vita dei ragazzi. In questo contesto generale, è importante conoscere il profilo degli studenti e l’atteggiamento nei riguardi del gioco, anche per saper cogliere eventuali segnali di allarme e di disagio».
Il fenomeno del gioco con vincita di denaro è in rapido sviluppo e nel 2008 ha raccolto 47,5 miliardi di euro, pari al 3% del Pil italiano, coinvolgendo anche i giovani e i giovanissimi, che costituiscono una fascia d’età particolarmente sensibile al gioco e contemporaneamente vulnerabile.
La ricerca ha coinvolto 8.582 studenti delle classi IV e V delle scuole secondarie di secondo grado, campione rappresentativo dell’universo dei ragazzi che frequentano le classi oggetto d’indagine in tutta Italia. I dati indicano che nel 2008 il 68% di questa fascia di alunni ha giocato almeno una volta, con una spesa mensile media di 10 euro. Le motivazioni prevalenti che spingono i ragazzi al gioco sono la speranza di vincita (51%) ed il divertimento (28%) e spesso l’incontro col gioco è fortuito (52% ha iniziato “per caso”). Il gioco è indicato come un passatempo occasionale, i ragazzi dimostrano consapevolezza rispetto alla maggiore probabilità di perdere che di vincere e dichiarano in maggioranza che non reinvestirebbero nel gioco un’inaspettata e consistente vincita di denaro. Il giovane giocatore è prevalentemente maschio, residente al sud o nelle isole, frequenta un istituto professionale. La propensione al gioco è sensibilmente maggiore tra gli studenti che provengono da famiglie in cui vi è abitudine al gioco (80%). Emerge una percentuale di giovani, sia pure minoritaria, per la quale il rapporto col gioco assume contorni più critici: il 22% ha partecipato ad almeno cinque tipologie di gioco, il 24% ha nascosto o ridimensionato le proprie abitudini di gioco ai genitori, quasi il 12% dichiara di giocare per sfuggire a problemi personali e dichiara di spendere in media 30 euro al mese. Il 17 % dei ragazzi ignora l’esistenza di limiti d’età per la partecipazione ad alcune tipologie di gioco.
Rendiamo disponibile il report completo della ricerca in versione digitale.