L’Anp, mantenendo l’impegno assunto nell’incontro del 28 novembre 2006 al MPI, nel corso del quale è stata presentata la bozza di regolamento relativo all’organizzazione dello stesso Ministero, ha inviato oggi le proprie osservazioni e proposte.

La materia ha evidentemente un impatto significativo anche per il lavoro quotidiano delle istituzioni scolastiche, dal momento che il cattivo funzionamento della macchina amministrativa messa in campo con il nuovo regolamento non potrebbe che avere conseguenze negative sul funzionamento delle autonomie scolastiche e sulla qualità dei servizi offerti.

Trascriviamo di seguito i contenuti del documento inviato al Ministro della Pubblica Istruzione, On. Giuseppe Fioroni; al Vice-Ministro della Pubblica Istruzione, On. Mariangela Bastico; al Capo di Gabinetto MPI, Avv. Lucio Alberti; al Capo Dipartimento per l’istruzione, Dott. Giuseppe Cosentino; al Capo Dipartimento per la programmazione, Dott. Emanuele Barbieri.

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OSSERVAZIONI SULLA BOZZA DI REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE
DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

  • la bozza non sembra tener conto di quanto previsto nel disegno di legge finanziaria attualmente in discussione al Senato per quanto riguarda il riordino degli IRRE, dell’INDIRE e dell’INVALSI. E’ auspicabile un coordinamento dei testi prima dell’emanazione del Regolamento;

  • in materia di organici del personale della scuola, non sembra si sia tenuto conto della nota sentenza della Corte Costituzionale (dicembre 2004) che riconosce un ruolo primario alle Regioni (sia pure subordinatamente all’adozione di specifiche norme locali);

  • per quanto riguarda il “monitoraggio dei provvedimenti disciplinari del personale della scuola”, si deve rilevare come tale funzione abbia un senso solo nel permanente inadempimento relativo all’attivazione dei nuovi organi collegiali territoriali di governo, già introdotti con D.Lgs. 30.6.1999, n. 233 e mai istituiti. Consegnare nel Regolamento la competenza relativa alla Direzione Generale per il personale sembra prefigurare il permanere dell’inerzia nell’attuazione di una norma tuttora vigente;

  • i compiti di monitoraggio affidati ai rinnovati Uffici Scolastici Provinciali vanno ad interferire con l’autonomia delle istituzioni scolastiche. La genericità stessa del termine “monitoraggio”, i cui confini non vengono in alcun modo definiti, può lasciare spazio ad ogni sorta di ingerenza burocratico-conoscitiva;

  • il ruolo di “garante” del rispetto delle norme generali sull’istruzione, attribuito al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, appare quanto meno velleitario nei confronti delle Regioni e degli Enti Locali (che non sono soggetti alla sua giurisdizione) e sicuramente non rispettoso dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, a ciascuna delle quali è preposto un dirigente, cui spetta il ruolo di garante del rispetto delle norme dello Stato e degli interessi pubblici alla qualità dell’istruzione erogata;

  • analoga osservazione merita il successivo passaggio in cui si attribuisce al Direttore regionale compiti di supporto “alla autonomia didattica e di ricerca delle istituzioni scolastiche”. Che equivale ad attribuire alla dirigenza amministrativa un ruolo di supervisione e vigilanza in ambiti per i quali non dispone di alcuna competenza;

  • il passaggio sulla “assegnazione alle istituzioni scolastiche, nell’ambito dei capitoli di bilancio affidati alla sua gestione, delle risorse finanziarie” urta contro una previsione radicalmente diversa contenuta nel disegno di legge finanziaria in via di approvazione; quella relativa all’assegnazione di personale urta contro la richiamata sentenza della Corte Costituzionale;

  • i vari compiti affidati dall’art. 7 comma 6 della bozza agli Uffici Scolastici Provinciali sono quasi tutti invasivi dell’autonomia delle istituzioni scolastiche (in particolare, la gestione delle graduatorie). Di ben altro ha bisogno la scuola in materia: per esempio, che si dia attuazione a quanto previsto dal Regolamento 275 del 1999, tuttora vigente, in materia di nomina del personale a tempo determinato da parte delle scuole;

  • più in generale, appare improprio che un Regolamento di organizzazione del Ministero si spinga – attraverso la copertura formale della disciplina degli uffici periferici dello stesso – ad incidere su materie che tutta la normativa sull’autonomia attribuiva alle scuole. Si realizza per questa via un’estensione della portata del Regolamento stesso, che lo pone al di fuori della delega contenuta nella recente legge di riordino dei Ministeri.
    4 dicembre 2006