Si è svolto oggi il previsto incontro presso il MIUR sulle problematiche connesse con i concorsi per il reclutamento dei dirigenti delle scuole in Lombardia e Toscana.

Sulla prima questione, l’Amministrazione ha fornito una propria ricostruzione della successione dei fatti che hanno portato all’inopinato blocco delle nomine degli aventi diritto. Tale ricostruzione è stata decisamente contestata da ANP, sotto due distinti profili:

– la grave violazione delle regole in materia di relazioni sindacali. L’Amministrazione ha assunto le sue decisioni sulla base di non meglio precisate “segnalazioni, anche da parte delle organizzazioni sindacali” (circostanza che non risponde al vero, almeno per quanto riguarda Anp); ma, in ogni caso, senza fornire alcuna informazione preventiva sulle mosse che si accingeva a compiere, nonostante l’esplicito impegno assunto in precedenza a tenere costantemente informate le OO.SS. a livello nazionale sugli sviluppi del concorso lombardo;

– l’ancor più grave violazione di legge: dietro il fragile paravento di un inciso (“ove possibile”), è stata di fatto decisa la disapplicazione di una norma di legge recentissima, le cui implicazioni erano chiare a tutti fin dal momento della sua emanazione, mentre si è atteso fino all’ultimo minuto per maturare una decisione di tale portata e gravità.

Dopo questa premessa, l’Amministrazione ha comunicato che – nel corso di un incontro svoltosi ieri presso il Capo di Gabinetto – si sarebbe addivenuti ad una mediazione, che comporterebbe (il condizionale è d’obbligo) l’impegno ad assicurare l’effettiva assunzione di servizio da parte dei vincitori al 30 giugno prossimo e non più al 1° settembre. Tale mediazione attende peraltro di essere ancora formalizzata.

Anche su questo punto si è registrato un forte disaccordo sul metodo, stante che la “mediazione” ha avuto luogo al di fuori della sede appropriata (quella della relazioni sindacali) e con interlocutori non legittimati a rappresentare l’intera platea dei vincitori. Si tratta di un pessimo precedente, che – ove dovesse ripetersi – richiederebbe una ferma risposta in tutte le sedi da parte sindacale. Non è accettabile che il MIUR commetta errori su errori nella gestione dei concorsi e proceda poi per mezzo di note amministrative, senza informare la controparte, salvo fare parziale macchina indietro e cercare compromessi ancora una volta al di fuori delle sedi corrette.

Nel merito dei nuovi orientamenti enunciati, Anp ha preso atto, pur mantenendo le sue riserve sulla soluzione che si pensa di adottare.

 

Per quanto riguarda la Toscana, il cui concorso è stato parzialmente annullato dal Consiglio di Stato, l’Amministrazione ha assunto impegni solo su un versante: quello dei tempi di rinnovazione della procedura, che prevede brevi (entro il 30 giugno prossimo). Ha anche ventilato – in forma di ipotesi allo studio – la presentazione di un emendamento al DL 3/2014 (attualmente in corso di conversione alla Camera), con il quale si manterrebbero in servizio i 112 dirigenti scolastici già nominati per effetto del concorso ora annullato, ma solo “fino al termine della procedura di reiterazione delle prove”.

Anche su questo punto Anp ha espresso netto dissenso. La soluzione proposta fa salvi gli interessi dell’Amministrazione (che non saprebbe come gestire l’eventuale rientro in cattedra degli attuali dirigenti con i relativi effetti a cascata, oltre ad avere il problema della validità giuridica degli atti compiuti): ma non prende in conto quelli dei diretti interessati, che non hanno commesso alcuna irregolarità e che oggi rischiano di trovarsi esclusi dalla funzione a seguito della ricorrezione delle prove (il caso dei 96 ex vincitori della Lombardia insegna).

La soluzione, da noi già indicata fin dal primo momento, consiste nella reiterazione del “modello Sicilia”, a suo tempo elaborato con la legge 202/2010: mantenimento in servizio con reiterazione delle prove secondo un percorso speciale e differenziato, che distingua le posizioni di chi ha già esercitato le funzioni di dirigente da quelle degli idonei e di tutti gli altri.

In sostanza, fermo restando il diritto ad una nuova valutazione delle prove per i candidati inizialmente non ammessi, coloro che erano usciti vincitori dalla procedura ora annullata non devono pagare il conto degli errori commessi dall’Amministrazione.

Su questa linea, Anp cercherà il consenso delle altre sigle sindacali ed è impegnata a promuovere la mobilitazione degli interessati fin dai prossimi giorni.