Numerose anticipazioni giornalistiche riferiscono di un Governo che sarebbe pronto a far marcia indietro sulle competenze attribuite dal DdL “La buona scuola” al dirigente.
Lo scenario che sembrerebbe delinearsi, se tali anticipazioni fossero vere, è di nuovo quello di riaffermare le responsabilità senza i poteri!
Insomma, niente di nuovo sotto il sole.
Il dirigente è responsabile degli esiti della sua scuola, “degli abbandoni e delle bocciature” – come si legge in un articolo pubblicato lunedì dall’ Huffingtonpost – ma finora si è preteso che non scegliesse i docenti che direttamente intervengono su quegli abbandoni e quelle bocciature!
Il dirigente è responsabile di tutto, ma qualcuno cerca di eliminare anche la sua possibilità di individuare i diretti collaboratori, tornando all’elezione del “vicepreside” e ponendo così, di fatto, il dirigente – sempre responsabile di tutto – sotto tutela!
Insomma, secondo gli antichi avversari dell’autonomia e della dirigenza non basterebbe togliere i “poteri conferiti” dal DdL, occorrerebbe togliere anche i pochi strumenti che il dirigente attualmente ha!
Governare un’organizzazione complessa è compito certamente impegnativo, fatto di tessiture, di costruzione di senso, di continuo richiamo a valori comuni e condivisi. Ma le organizzazioni e la complessità necessitano di governo e dei poteri conseguenti.
Merito e valutazione non spaventano i dirigenti, pronti ad essere valutati e ad assumersi responsabilità. Ma è altrettanto indispensabile che essi stessi valutino e riconoscano il merito del personale loro affidato, operino scelte e assumano decisioni.
Il rischio è che il DdL sia svuotato di senso: ritenere che a maggiore autonomia non debba corrispondere un adeguato rafforzamento delle prerogative dei dirigenti delle scuole significa voler perpetuare una mistificazione che ha prodotto già sufficienti danni.
L’attribuzione alle scuole della natura giuridica di pubbliche amministrazioni avrebbe dovuto trasferire anche alle istituzioni scolastiche la separazione tra il potere di indirizzo e la responsabilità dirigenziale. Non lo si è fatto finora, ma appare ingenuo pensare che nello stesso testo di legge possa convivere il richiamo ad un rafforzamento dell’autonomia e nello tesso tempo un indebolimento o un mancato riconoscimento dei poteri dirigenziali .
Il Governo non ceda ai ricatti di una concezione corporativa, assembleare e ideologica.
Rivendichiamo con forza il ruolo e il riconoscimento della professionalità dei dirigenti delle scuole e chiediamo non solo che il DdL “La buona scuola” non sia modificato nel senso di un indebolimento delle prerogative lì delineate, ma che sia, invece, modificato il testo del DdL sulla Riforma della Pubblica Amministrazione con l’inclusione della dirigenza delle istituzioni scolastiche nel Ruolo Unico della dirigenza pubblica.