La Commissione Elettorale Centrale ha oggi finalmente ufficializzato i risultati delle elezioni svoltesi nello scorso mese di aprile per la prima costituzione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.
Dai risultati emerge la conferma di un dato che era apparso subito evidente, fin dai primi scrutini parziali e che non può sorprendere se non nelle sue dimensioni: Anp è di gran lunga il primo sindacato dei dirigenti scolastici e si aggiudica entrambi i seggi attribuiti alla componente nel Consiglio. Il che gli attribuisce l’esclusiva rappresentanza istituzionale della categoria all’interno dell’organo.
In particolare, la lista Anp ha riportato circa il 45% dei voti. In base alle preferenze riportate, sono risultati eletti i colleghi Licia Cianfriglia (Roma) e Lamberto Montanari (Bologna). Il terzo candidato, Salvatore Giuliano (Brindisi) ha riportato anch’egli un ottimo risultato: appena qualche decina di voti in meno rispetto al secondo classificato. A lui, come agli eletti, va il ringraziamento dell’Associazione per l’impegno profuso nella fase preelettorale, oltreché per l’alto profilo professionale riconosciuto dalle dimensioni del consenso raccolto fra i dirigenti delle scuole italiane. Un doveroso quanto sentito grazie va naturalmente anche a coloro che hanno dato la propria fiducia alle persone ed alle idee da noi sostenute.
Ci sia consentita qualche informazione (e qualche considerazione) supplementare. La seconda lista per la componente dirigenti, quella della FLC-CGIL, si è fermata sotto il 20%: con meno della metà dei nostri voti. E l’insieme di tutte le liste che fanno capo ai sindacati rappresentativi dell’area V (FLC-CGIL, CISLscuola, UILscuola, SNALS-CONFSAL) totalizza solo il 41% dei voti validi. Il resto è andato disperso fra liste minori (in totale, ne erano state presentate undici).
Non possiamo fare a meno di ricordare che – nella fase pre-elettorale – il responsabile nazionale dei dirigenti della FLC-CGIL ha inviato a Il Sole-24 Ore una lettera (peraltro mai pubblicata da quel giornale, ma capillarmente diffusa ad opera dello stesso interessato), nella quale negava che Anp fosse il sindacato maggiormente rappresentativo della categoria e si spingeva ad affermare (con scarso senso del ridicolo) che tutte le altre sigle dell’area V, messe insieme, erano, esse sì, maggiormente rappresentative. Ora che dalle dichiarazioni unilaterali e fideistiche si passa ai numeri, entrambe le affermazioni risultano per quello che erano: infondate e millantatorie.
La FLC-CGIL e le altre sigle che si definivano collettivamente come la voce principale della dirigenza hanno pagato un prezzo alle scelte sbagliate degli ultimi mesi: ed in particolare alla dissennata campagna contro i dirigenti in materia di ruolo unico della dirigenza statale e di “poteri” del preside all’interno del Disegno di Legge sulla Buona Scuola. Il messaggio che viene dalla categoria è forte e chiaro: la linea di politica scolastica e sindacale Anp è quella che meglio interpreta il sentire e il volere dei dirigenti delle scuole. Questo dicono i fatti e tutto il resto è solo un vano tentativo di distorcere la realtà.
C’è un altro destinatario, meno evidente, ma non meno sostanziale, del messaggio che oggi esce dalle urne: l’Amministrazione e, più in genere, le forze politiche e di governo. La loro sordità, fattasi particolarmente acuta negli ultimi tempi rispetto al malumore dei dirigenti scolastici, ha contribuito a generare i risultati odierni. Non è troppo tardi per rendersene conto e trarne le conseguenze del caso.
Se fino ad oggi i decisori politici hanno potuto credere che la voce della scuola fosse solo quella che usciva dai social network, ora sanno che non è così. Ed è interesse loro e del Paese che leggano bene il messaggio e lo elaborino correttamente in scelte conseguenti. Non si governa la scuola di oggi – né tantomeno quella che si pensa di costruire per il domani – senza, o contro, chi quella scuola deve gestire giorno dopo giorno dall’interno delle singole istituzioni scolastiche.