” Non accettiamo da nessuno, men che meno dall’ANP, lezioni di educazione civica.”
Verrebbe da dire: si vede. Di educazione civica e di attenzione per il bene comune, nella nota “unitaria” di CGIL, CISL, UIL, SNALS e GILDA, c’è ben poco. C’è abbondanza, invece, di asserzioni tanto apodittiche quanto contraddette dall’evidenza.
“Il personale della scuola merita rispetto e gratitudine, non certo attacchi infondati e gratuiti come quello dell’ANP”. Noi non abbiamo affatto attaccato il personale della scuola: abbiamo criticato le modalità della sua rappresentanza: quella che ha garantito ai docenti l’assenza di ogni carriera, di ogni riconoscimento del merito, di ogni reale ricompensa per la quantità e la qualità del lavoro svolto; quella che ha preferito mantenere in vita un mortificante sistema di scatti di anzianità uguali per tutti, a spese del fondo di istituto destinato a chi lavora di più. Chi ha voluto, e vuole, mantenere in vita tutto questo ci accusa di attaccare il personale.
Quella rappresentanza che ha voluto limitare a 40 ore il tempo dedicato al Collegio Docenti e poi vorrebbe farne il centro di decisione permanente di ogni questione organizzativa; quella che esorta i colleghi a non fare quel che la legge prevede ed a discutere e deliberare di ciò che la legge assegna ad altri.
Un danno erariale, a tacer d’altro: perché quel tempo è pagato dal contribuente affinché sia speso nel lavorare a vantaggio dell’utenza, non in attività parasindacali e di politica generale. Oltretutto, volte a contrastare l’applicazione di una legge votata dal Parlamento.
Noi non siamo la controparte dei docenti e degli ATA: controparte vera sono coloro che si battono (e vogliono spingerli a battersi) per mantenere un mortificante status quo. Se una speranza c’è per chi lavora nella scuola è che le cose cambino e cambi una cultura della rappresentanza che non riesce ad esprimere altro che la negazione di ogni innovazione.
Nessuno vi può giudicare, signori del sindacato unitario? Per parte nostra, non rinunciamo alla libertà di parola e di critica: ma ci auguriamo che il vero giudizio, quello che più temete, venga da coloro dei quali asserite di essere gli unici rappresentanti nel momento stesso in cui vi adoperate in loro danno.