A Giovanni Vinciguerra Roma, 16 maggio 2016
Direttore responsabile di
TUTTOSCUOLA
Dopo la lettura dell’insensato attacco contro i presidi stampato sul numero 561 (aprile 2016) della sua rivista a pagina 4 e la difesa d’ufficio dell’operato della redazione pubblicato sul n. 612/763 di TuttoscuolaFOCUS in data odierna, sento il dovere di qualche ulteriore precisazione.
Intanto mi permetta di non essere assolutamente d’accordo con la giustificazione che lei ha addotto a favore della diffusione del pezzo. Siamo tutti aperti al confronto delle idee, ma non possiamo esserlo a fronte della divulgazione di insulti del tutto gratuiti e generalizzati. Vorrei ricordarle che la stessa funzione del direttore responsabile di una testata fa perno su questo: il suo compito non è solo quello di custode di una linea editoriale – che comunque in questo caso non è stata rispettata – ma in primo luogo quello di non permettere che gli interventi di chiunque scadano nella volgarità e nella farneticazione da “osteria”.
Che dire poi della scelta del momento? Dopo quasi due anni di aggressioni verbali e irrisioni caricaturali contro la figura del dirigente, frequentemente accomunata a quella dello sceriffo, stiamo guardando con crescente preoccupazione all’escalation dalle insolenze verbali alle violenze fisiche, come attestano i recenti fatti di Milano. E in siffatto contesto non si trova niente di meglio da fare che rinfocolare pregiudizi e polemiche individuando nel preside “hitleriano” la più diffusa tipologia di dirigente della scuola. Tutto ciò stampato naturalmente per il rispetto del “dibattito” sulle idee!!!
Già i gratuiti attacchi alla categoria hanno rappresentato un modo irresponsabile di portare avanti una battaglia politico-ideologica contro qualsiasi forma di innovazione nell’organizzazione del lavoro all’interno delle scuole e contro la valorizzazione delle migliori performance degli insegnanti. Ci mancava ora la pubblicazione su TUTTOSCUOLA per rinfocolare le ceneri di un incendio che continua a vivere sotto traccia.
Si invita pertanto il direttore della testata a dare – se c’è – una spiegazione credibile dell’accaduto, perché così come è stata posta il fatto continua ad apparire inverosimile, e a presentare le scuse della Redazione ad una categoria ingiustamente offesa, per di più in una stagione in cui sopporta, oltre ad un’enormità di carichi di lavoro, anche tutto il peso del cambiamento, senza i doverosi riconoscimenti della politica e del paese.
Giorgio Rembado
Presidente nazionale ANP