Oggi si è pervenuti, in sede Aran, alla firma definitiva del Contratto Collettivo Quadro per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale (2016/2018).
E’ stata la conclusione di una lunga ed ingarbugliata vertenza che ha portato a compimento il processo di riaggregazione di comparti e aree ed ha attuato la previsione normativa del d.lgs.165/2001, come modificato dal d.lgs 150/2009, che all’art. 40 aveva determinato il numero massimo di comparti e delle corrispondenti aree di contrattazione nella misura di 4. Ciò al fine di favorire l’armonizzazione e l’integrazione delle discipline contrattuali all’interno dei nuovi comparti e aree.
Da questo nuovo impianto si deve oggi ripartire per la riapertura dei tavoli dei rinnovi contrattuali ancora fermi per una incredibilmente lunga moratoria finalmente sbloccata dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 178/2015.
La FP-CIDA, dopo aver dato il suo contributo alla costruzione dell’accordo, lo ha sottoscritto apprezzandone in primo luogo la finalità fondamentale, ovverosia la necessità di pervenire ad una armonizzazione della normativa contrattuale e dei conseguenti trattamenti economici che ad oggi sono stati connotati da una ingiustificata sperequazione all’interno delle categorie professionali.
Con l’accordo quadro si elimina un ostacolo alla riapertura delle trattative dei Contratti collettivi di lavoro, fermo restando che quest’ultimi potranno essere utilmente discussi fra le parti dopo che il Governo avrà postato congrue risorse finanziarie.
La battaglia, perciò, ora si sposta dalla definizione della cornice alla sollecitazione delle forze politiche, e in primo luogo del Governo, a dare effettiva attuazione alla sentenza della Corte ed alla determinazione di un percorso di giustizia retributiva che faccia davvero corrispondere responsabilità e carichi di lavoro alla determinazione dei trattamenti retributivi per ciascuna categoria del personale.
Allegato: testo CCNQ