Ad intervenire sulla riforma della valutazione e la certificazione delle competenze degli studenti, prevista del decreto attuativo approvato dal Consiglio dei Ministri e giunto ora in Parlamento, è Giorgio Rembado presidente dell’Associazione nazionale dei presidi: “Con il credito scolastico a 40 punti, perde valore il peso della valutazione della commissione. Che senso ha un esame di Stato strutturato in questo modo? Si rischia di aumentare i divari già fortemente presenti negli esiti degli esami per ciò che riguarda le aree geografiche ed anche le stesse realtà scolastiche”.
In attesa di conoscere i testi degli schemi di Decreti Legislativi approvati dal Consiglio dei Ministri,
l’ANP si riserva di offrire il suo contributo alla riflessione.
“ANP – spiega Rembado – evidenzia ancora una volta la necessità di abolire il valore legale del titolo di studio in quanto non più rispondente al titolo stesso. Per mantenere tale valore la strada da intraprendere dovrebbe essere contraria a quella intrapresa già da anni nelle successive riforme riguardo alla composizione delle commissioni ed al peso dei punteggi di esame. Poiché si ritiene di aumentare il punteggio del credito scolastico fino a 40 punti, perde quindi valore il peso della valutazione della commissione. È ormai urgente ricondurre ad unità le prove d’accesso all’università con le prove di certificazione delle competenze acquisite in ambito scolastico”.
“Riteniamo sia ormai urgente ricondurre ad unità le prove d’accesso all’università con le prove di certificazione delle competenze acquisite in ambito scolastico. Chiediamo inoltre la definizione di standard nazionali dei livelli di competenza almeno nelle aree disciplinari fondamentali come l’area linguistica, l’area scientifico-matematica e l’area storico- sociale”.