Il comma 591 della Legge di bilancio 2018, approvata in via definitiva, pone le premesse per la progressiva perequazione della posizione di parte fissa dei dirigenti delle scuole a quella degli altri dirigenti dell’area “Istruzione e ricerca”.
Le risorse stanziate sono pari a complessivi 37 milioni di euro per il 2018, 41 milioni di euro per il 2019 e 96 milioni per il 2020. Tali somme consentono di dare inizio ad un percorso di allineamento dell’indennità di posizione di parte fissa dei dirigenti scolastici a quella delle altre figure dirigenziali della medesima area e di avviare il tavolo negoziale per il rinnovo del CCNL.
Si riporta di seguito il comma 591 della legge di bilancio approvata definitivamente dal Senato il 23 dicembre 2017:
“c. 591. In ragione delle competenze attribuite ai dirigenti scolastici, al fine della progressiva armonizzazione della retribuzione di posizione di parte fissa a quella prevista per le altre figure dirigenziali del comparto Istruzione e Ricerca, nel fondo da ripartire per l’attuazione dei contratti del personale delle amministrazioni statali, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, è istituita una apposita sezione con uno stanziamento di 37 milioni di euro per l’anno 2018, di 41 milioni di euro per l’anno 2019 e di 96 milioni di euro a decorrere dall’anno 2020, da destinare alla contrattazione collettiva nazionale in applicazione dell’articolo 48, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Le risorse destinate alla contrattazione collettiva nazionale di lavoro in favore dei dirigenti scolastici sono integrate con quelle previste dall’articolo 1, comma 86, della legge 13 luglio 2015, n. 107, da destinare prioritariamente all’intervento di cui al primo periodo.”
L’ANP da un lato esprime soddisfazione per questo risultato, che è stato conseguito grazie all’adesione dei dirigenti delle scuole di tutta Italia allo stato di mobilitazione culminato con la manifestazione del 25 maggio. Dal punto di vista economico, infatti, l’equiparazione della indennità di posizione fissa ha una sua particolare rilevanza: si riferisce ad una voce fissa e continuativa e, per questo, non è assoggettabile ad alcuna reformatio in pejus ed è pienamente pensionabile. D’altro canto l’ANP esprime forti riserve sullo scaglionamento temporale secondo il quale l’equiparazione si concretizzerebbe.
Sottolineiamo che quanto si sta prospettando non fa diminuire il livello di attenzione che rimarrà alto fino a quando non si vedrà realizzato l’obiettivo finale: la perequazione economica piena dei dirigenti delle scuole alla altre dirigenze dell’area “Istruzione e Ricerca”.