In data 19 aprile 2018, FLC-CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e GILDA (quest’ultima con riserva) hanno sottoscritto in via definitiva il CCNL del comparto istruzione e ricerca. Oltre un milione di lavoratori ne sono coinvolti.
Ci siamo già espressi al riguardo: non vi sono reali miglioramenti economici per docenti e ATA; non se ne valorizzano i profili professionali; si sancisce l’incapacità della scuola a riconoscere e premiare l’impegno e ad utilizzare la leva del merito per il miglioramento della qualità del servizio; non si prevengono i conflitti ma, anzi, si appesantiscono inutilmente le relazioni sindacali, affermandone demagogicamente la fittizia centralità; si deludono le legittime aspettative di studenti e famiglie che necessitano di una scuola al passo con i tempi.
L’ANP prende atto della subalternità dell’Amministrazione rispetto ad un certo modo di intendere il sindacato, convinto della possibilità che il contratto “scardini” la legge e che l’interesse pubblico, tutelato da norme imperative, sia meno importante degli interessi di parte.
In sostanza, come abbiamo già rilevato, questo CCNL rappresenta l’ennesima occasione di rinnovamento perduta.
L’ANP invierà a tutti i soci, nei prossimi giorni, materiali e modelli per facilitare la gestione degli istituti contrattuali di più immediata applicazione sui quali predisporrà anche un webinar nella sezione riservata del sito.
I dirigenti di tutte le scuole, intanto, continuano ad aspettare l’avvio delle trattative per la sottoscrizione del contratto dell’area istruzione e ricerca sulle quali, ormai, incombe un fragoroso silenzio.
L’ANP intende mantenere alto il livello di mobilitazione e invita tutti i colleghi ad aderire alle iniziative di protesta indicate nel Documento del Consiglio Nazionale del 15 aprile 2018.