Poche ore dopo l’approvazione, da parte della Camera dei Deputati, del provvedimento di legge che reintroduce l’insegnamento di educazione civica, giunge notizia dell’ennesimo gravissimo episodio di aggressione ai danni di un docente. La madre di una studentessa di un istituto professionale di Lodi ha picchiato la vicepreside, dopo aver saputo di un provvedimento disciplinare riguardante sua figlia. È sconcertante dover riscontrare il perpetuarsi del drammatico scollamento tra scuola e famiglia, nello scenario di un’apparente incapacità di intervento da parte delle istituzioni e di continua perdita di senso civico. La prima reazione delle famiglie di fronte alle iniziative della scuola è troppo spesso viziata dal pregiudizio: comportamenti di questo tipo minano alla base l’autorevolezza dell’istituzione scolastica e la validità della sua azione.
L’ANP, nel manifestare tutta la sua solidarietà alla docente vittima di questo nuovo reato di aggressione, ritiene necessario un forte impegno culturale e politico per ridare fiducia e credibilità all’azione educativa della scuola. Al di là dei proclami politici, il Paese ha bisogno di una nuova alleanza tra scuola e famiglia e di una chiara presa di posizione contro ogni episodio di violenza ai danni del personale educativo.
Restiamo in fiduciosa attesa delle decisioni che l’autorità giudiziaria penale vorrà assumere, ma ribadiamo la nostra richiesta di inasprimento delle pene contro gli aggressori del personale scolastico nell’esercizio delle proprie funzioni.