Nei riguardi del concorso a DS, l’ANP ha finora mantenuto una posizione di massima fiducia nelle istituzioni e nelle procedure fissate dalla legge.
La pubblicazione della sentenza TAR Lazio 6233/2019, tuttavia, ci ha convinto ad intervenire più attivamente nella vicenda.
Non riteniamo condivisibile, infatti, l’annullamento della procedura concorsuale: essa condurrebbe il sistema scolastico al collasso per l’insostenibile numero di reggenze e negherebbe i diritti di chi ha meritoriamente superato tutte le prove concorsuali.
Questo non significa, naturalmente, che vogliamo negare le ragioni dei candidati che hanno impugnato singole decisioni sfavorevoli delle commissioni, ma solo che è per noi inaccettabile “gettare via il bambino con l’acqua sporca”.
Per quanto concerne il merito della vicenda, siamo convinti che il Consiglio di Stato sospenderà in via cautelare gli effetti della sentenza, consentendo così il completamento della procedura concorsuale, e che successivamente la annullerà.
Per queste ragioni, abbiamo deciso di promuovere un autonomo appello avverso la sentenza presso il Consiglio di Stato: è proprio in questa fase, infatti, che coloro che hanno superato le prove possono e devono affermare la loro posizione, con la più ampia tutela da parte dell’ANP.
Abbiamo quindi costituito un pool nazionale di tre studi legali di elevata qualificazione per avviare un’azione legale riservata esclusivamente ai nostri iscritti.
Di conseguenza, poiché l’ANP non può costituirsi direttamente, invitiamo tutti gli interessati nostri iscritti a conferire, senza alcuna spesa, il necessario mandato secondo le indicazioni che forniremo nei tempi più brevi.
Durante l’incontro di Roma del 12 luglio, riservato ai nostri soci, approfondiremo con l’intervento di avvocati e magistrati la sentenza del TAR e i possibili rimedi.