Le misure urgenti contenute nel decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22 consentono di definire i contorni, peraltro ampiamente anticipati dai media, del piano di azione del Ministero per la gestione dell’emergenza. Saranno le Ordinanze Ministeriali attuative del piano stesso a fornire chiare indicazioni operative sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato.
Sciogliere in modo univoco il nodo della valutazione finale e degli esami conclusivi del primo e del secondo ciclo, esplicitando tutte le relative procedure, rappresenta, quindi, un passaggio essenziale per dare certezza e legittimità a quanto le scuole attueranno sia nel caso di un ottimistico rientro in aula entro il 18 maggio, sia nell’eventualità che ciò non avvenga.
Riteniamo, tuttavia, che la vera sfida sia costituita, oltre che dalla gestione della necessità contingente, anche e soprattutto da quella del futuro prossimo. Per questa ragione, auspichiamo di conoscere quanto prima il testo delle ordinanze che disciplineranno le operazioni di avvio del nuovo anno scolastico.
Sottolineiamo che occorre decidere in fretta, ma lucidamente, come la scuola italiana affronterà l’anno scolastico 2020/2021 e cosa farà nell’evenienza di una prosecuzione della fase di emergenza. A settembre, potremmo trovarci davanti a situazioni del tutto nuove, scardinanti, e comunque non gestibili attraverso prassi operative consolidate. Il tempo per decidere c’é, sebbene non sia molto, ma una cosa è farlo sul presente e sull’immediato futuro avvalendosi di buon senso e spirito pratico, un’altra è compiere scelte politiche di sostanza che potrebbero condurre a una nuova configurazione della scuola italiana stessa.
L’ANP, in tal senso, condivide appieno la riflessione di Roger Abravanel, pubblicata sul Corriere della Sera del 7 aprile 2020, secondo cui per un cambiamento di queste dimensioni i cinque mesi tra oggi e settembre sono un tempo brevissimo. Non sprechiamoli illudendoci che dopo l’estate tutto tornerà come prima.