L’ANP ha incontrato in videoconferenza la Ministra Azzolina e il Comitato tecnico-scientifico, istituito presso il Dipartimento della Protezione Civile, per contribuire alla formulazione del protocollo di sicurezza nazionale da adottare in vista della progressiva ripresa delle attività in presenza nelle scuole, prima tra tutte lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo.
Abbiamo ribadito le nostre perplessità circa l’opportunità, in correlazione ai rischi, di far svolgere l’esame in presenza: questo perché riteniamo che il tempo a disposizione per definire il protocollo e, soprattutto, per attuarlo sia esiguo rispetto al fine prioritario della tutela della salute collettiva.
Abbiamo anche sottolineato che, per quanto concerne le scuole, l’effettiva praticabilità del distanziamento sociale dipende soprattutto dall’estensione degli spazi disponibili. La consistenza delle dotazioni organiche è indubbiamente un fattore importante, ma è secondario rispetto al primo: per assumere ulteriore personale, al netto della disponibilità delle relative competenze, è sufficiente poterlo pagare. Invece, per ampliare consistentemente la superficie complessiva degli ambienti scolastici, sono necessari ingenti capitali, un enorme lavoro di progettazione e di edificazione e, soprattutto, tempo. Probabilmente molto più tempo di quanto ne servirà per disporre di un vaccino.
L’ANP ha infine richiesto con forza che siano definite con la massima chiarezza – e al più presto – le effettive responsabilità dei dirigenti scolastici in materia di sicurezza sul luogo di lavoro, in particolare in questa fase emergenziale. Questo è possibile solo formalizzando un protocollo nazionale che preveda misure precise, univoche e puntuali, la cui applicazione garantisca la più ampia sicurezza negli ambienti della scuola ed eviti che responsabilità improprie siano imputate ai dirigenti scolastici. Non è, infatti, pensabile che ogni scuola definisca discrezionalmente le proprie misure anticontagio: la sicurezza è un bene che deve essere garantito dall’adozione di misure idonee a tutelare i diritti di tutti, validate dalle competenti autorità sanitarie e dagli organi tecnici.
In conclusione, è solo attraverso un protocollo nazionale che si possono evitare ambiguità e fraintendimenti (si pensi solo alla distinzione tra pulizia, sanificazione, disinfezione e alla conseguente individuazione delle figure competenti) ed evitare che l’efficacia stessa delle misure sia compromessa. I dirigenti delle scuole sono pronti ad assumersi, come sempre, le responsabilità che competono al loro ruolo. In materia di sicurezza, è legittimo chiedere ai colleghi di attuare un protocollo ma non certo di formularlo. Operazione, questa, che presuppone il possesso di competenze al contempo molto specialistiche e molto diverse, non presenti in ogni singola scuola.
Chiediamo dunque che il Ministero vari al più presto il protocollo nazionale per tutelare la sicurezza di tutti.