L’ANP ha partecipato oggi in videoconferenza a due incontri di confronto sindacale con il Ministero dell’istruzione: il primo, con la Ministra Azzolina, dedicato all’individuazione delle risorse economiche per la scuola in relazione alla prossima legge di bilancio e alla programmazione degli interventi relativi al Recovery Fund; il secondo, con il Capo Dipartimento Boda, ha coinciso con la convocazione – richiesta dall’ANP – del Tavolo nazionale permanente previsto dal Protocollo di intesa sottoscritto il 6 agosto 2020.
Nel corso del primo incontro, la Ministra ha ricordato i grandi sforzi compiuti dal mondo della scuola in questi mesi e ha sottolineato gli investimenti messi in campo durante l’estate per reperire gli spazi e gli arredi necessari allo svolgimento della didattica in presenza. Nel decreto-legge 137/2020, il c.d. ‘decreto ristori’, sono state individuate ulteriori risorse (85 mln) per l’acquisto di device destinati agli alunni e per il potenziamento della connettività a cui sono destinati anche 3,6 mln mediante uno specifico decreto ministeriale.
In merito alla programmazione degli interventi nell’ambito del Recovery Fund, la Ministra ha evidenziato la centralità dei temi dell’edilizia scolastica e della formazione di tutto il personale che, in particolare, è destinataria di una somma di 600 mln. Per quanto riguarda la prossima legge di bilancio e le risorse da dedicare alla scuola, ad oggi è stato individuato uno stanziamento di 2,2 mld per la spesa corrente e 1,5 mld per la spesa in conto capitale. Il Ministero ha l’obiettivo di trasferire le cattedre di sostegno in deroga nell’organico di diritto (circa 25.000), scongiurando nel contempo qualsiasi tentativo di effettuare tagli a carico del personale scolastico, nonostante il decremento demografico. Per il rinnovo del CCNL del personale, il Ministero della Pubblica Amministrazione è impegnato nel reperire risorse aggiuntive.
L’ANP ha ribadito la centralità che l’istruzione non può non assumere soprattutto in questo momento. Tale centralità deve essere riaffermata con forza: quello che sta succedendo in molte regioni pare far pensare che l’importanza della scuola non sia condivisa da tutti. È, infatti, inaccettabile che ordinanze regionali sospendano la didattica in presenza senza un chiaro e documentato nesso causale tra lezioni in presenza e incremento del contagio; nesso che, allo stato attuale, è destituito di fondamento scientifico. È altrettanto inaccettabile che sia il mondo della scuola a pagare per le inefficienze dei trasporti e della sanità.
Circa le risorse individuate per la scuola nella legge di bilancio e nella programmazione degli interventi relativi al Recovery Fund, va riconosciuto che si tratta di risorse significative e in controtendenza rispetto agli anni passati ma, ancora, insufficienti: veniamo da anni di disinteresse, dimostrato con investimenti assolutamente inadeguati. Dobbiamo, quindi, riaffermare la centralità della scuola anche in termini di risorse.
Per il Recovery Fund riteniamo fondamentale che si intervenga su:
1) edilizia scolastica, sia per la sicurezza degli edifici, sia per l’ammodernamento degli ambienti di apprendimento;
2) banda larga non solo per attivare la DDI, ma anche e soprattutto per modernizzare il paese e per poter garantire il diritto di lavorare e di studiare da ogni luogo;
3) copertura per la connessione a internet su tutto il territorio nazionale;
4) piano di formazione per tutto il personale della scuola e in particolar modo per i docenti, in riferimento ai quali la formazione è risorsa strategica per il paese, e per il personale amministrativo;
5) potenziamento delle dotazioni organiche del personale ATA con l’introduzione del profilo di coordinatore amministrativo, l’aumento del numero degli assistenti amministrativi e dei collaboratori scolastici, la stabilizzazione della figura dell’assistente tecnico negli Istituti comprensivi a supporto della didattica digitale;
6) i rinnovi contrattuali del personale della scuola nella direzione di una sua maggiore valorizzazione e, per quanto riguarda i dirigenti scolastici, nella direzione della continuità del processo di armonizzazione progressiva della retribuzione rispetto a quella degli altri dirigenti dell’area;
7) l’introduzione del middle management nei contratti collettivi nazionali.
Il Tavolo permanente nazionale ha trattato invece le tematiche di maggiore urgenza rispetto al funzionamento della scuola nell’attuale quadro emergenziale. La Dott.ssa Boda ha comunicato l’intenzione dell’Amministrazione di convocare ogni venerdì, a partire dal 6 novembre, il Tavolo per coordinare meglio il lavoro svolto dai tavoli regionali, coinvolgendo di volta in volta anche rappresentanti del Ministero della salute, del Ministero dei trasporti e del CTS. Si è pure sottolineato che sono state erogate risorse specifiche alle scuole per l’assistenza psicologica e che, per rafforzare le misure finalizzate alla piena inclusione, la struttura commissariale sta procedendo ad acquistare mascherine trasparenti. Attenzione sarà riservata anche al percorso scolastico degli studenti in carcere per i quali è attualmente impossibile fruire di didattica a distanza in modalità sincrona.
L’ANP chiede che questa seconda fase di applicazione del Protocollo riduca sensibilmente l’aggravio di lavoro che le scuole stanno oggi subendo. Ad esse si chiede, infatti, di occuparsi di adempimenti che non competono loro e questo è inaccettabile: il Rapporto dell’ISS n. 58/2020 attribuisce con chiarezza i compiti relativi alla gestione dei casi Covid a precisi soggetti e la scuola non deve sostituirsi alle ASL, ma deve poter svolgere le sue funzioni contando su risorse certe e su procedure chiare.
In questa prospettiva l’ANP ritiene fondamentale conoscere, a titolo esemplificativo:
- quanti arredi debbano essere ancora consegnati e in quali territori;
- come si intenda risolvere le criticità determinate dalla gestione – ad oggi inefficace in molti ambiti territoriali – delle GPS, dal venir meno del bacino di docenti costituito dalle MAD (dato il divieto di produrle a chi è già presente nelle graduatorie aggiornate) e, in definitiva, dalla difficoltà di reperire all’esterno supplenti su qualsiasi profilo per coprire persino le supplenze brevi;
- l’esatta capienza delle risorse per l’organico Covid attribuite alle regioni, considerate le note che alcuni USR hanno trasmesso circa l’insufficienza delle risorse che già erano state comunicate;
- la gestione dei contratti dei collaboratori scolastici relativi all’organico Covid in caso di sospensione delle attività didattiche in presenza e di quelli dei supplenti dei docenti dichiarati temporaneamente inidonei alla prestazione lavorativa in presenza, ma non a quella a distanza;
- se esistano possibilità di sbloccare ulteriori risorse per le sanificazioni da attuarsi all’interno degli edifici scolastici.
Dal punto di vista organizzativo, nella prospettiva di una ottimizzazione del tempo scuola e delle risorse, visto il contesto emergenziale che stiamo vivendo, sarebbe opportuno ripensare il monte ore annuale con le conseguenti scelte in termini di validità dell’anno scolastico e di valutazione.
La scuola vuole fare la sua parte fino in fondo, come ha sempre fatto durante tutta l’emergenza epidemiologica. Ma per poter dare il suo contributo tutto il personale scolastico deve essere messo nelle condizioni di farlo.
È proprio per evitare che si proceda in ordine sparso sulle questioni che necessitano di una gestione unitaria che l’ANP ha firmato il Protocollo del 6 agosto 2020: continueremo a garantire tutto il nostro impegno per la sua concreta applicazione.