Oggi l’ANP ha partecipato alla terza riunione del Tavolo nazionale permanente previsto dal Protocollo del 6 agosto 2020.
L’incontro si è svolto alla presenza di rappresentanti del Ministero dell’istruzione, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, del Ministero della salute, del CTS, dell’ANCI, dell’UPI, della Conferenza Stato-Regioni, delle OO.SS. del Comparto e dell’Area istruzione e ricerca con lo scopo prioritario di analizzare le problematiche connesse al tema dei trasporti in relazione alla riorganizzazione della didattica in presenza.
Il Capo Dipartimento Dott.ssa Boda ha premesso, ancora una volta, l’impegno del Ministero a sollecitare la frequente convocazione dei tavoli regionali, quanto mai necessari per raggiungere una soluzione condivisa sulle problematiche connesse al rientro degli alunni in classe. Oggi, quattro milioni di studenti stanno svolgendo attività didattica da remoto, dato che amareggia l’Amministrazione e vanifica parte degli sforzi profusi nei mesi scorsi. Il Capo Dipartimento ha poi comunicato che il prossimo incontro – previsto per venerdì 20 novembre – avrà ad oggetto le problematiche relative alle relazioni con le famiglie e che si svolgerà alla presenza di diverse associazioni di genitori.
Il rappresentante del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha preventivamente chiarito come il sistema dei trasporti pubblico sia rigido e costruito ordinariamente su criteri di efficienza calcolati sulla massima occupazione degli spazi. Ciò detto, sulla base di studi sui flussi di mobilità nei cosiddetti orari “di punta” e “di morbida” e sulla possibilità di usare mezzi aggiuntivi, ha riferito che le criticità, molto notevoli nelle grandi aree urbane, non possono in alcun modo essere superate se non prevedendo scaglionamenti negli ingressi da inserire nelle fasce orarie “di morbida”, ritenendo improbabile l’ipotesi di incidere sui tempi del tessuto produttivo pubblico e privato. Sulla stessa linea si è posto il rappresentante della Conferenza Stato-Regioni che, pur invitando alla collaborazione tra tutti i soggetti per arginare le difficoltà determinate dal binomio scuola/trasporti pubblici locali (TPL), ha affermato che occorre necessariamente incidere sull’organizzazione scolastica.
Il rappresentante del CTS, nel ribadire la necessità della scuola in presenza, ha riportato gli esiti dell’analisi della mobilità pedonale e veicolare sulla scorta di indicatori in open source che attestano un’effettiva diminuzione, rispetto a febbraio 2020, dei flussi di traffico. Ha affermato, tuttavia, che occorre ancora lavorare su tre elementi: la modulazione della domanda di trasporto nei picchi orari; i reali numeri di studenti che si avvalgono dei TPL (30%); il monitoraggio degli accessi ai tornelli e nelle zone di attesa. A suo avviso, solo offrendo dati di questo genere ai mobility manager si potranno trovare soluzioni adeguate.
Il coordinatore del CTS, dott. Agostino Miozzo, ha invitato a fare attenzione sul futuro prossimo: c’è il rischio di non farsi trovare pronti dinanzi a una possibile terza ondata epidemiologica.
L’ANP ha innanzitutto invitato i rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ad approfittare della fase di sospensione delle attività didattiche nel secondo ciclo, quello di certo maggiormente interessato dal tema dei trasporti pubblici, per riorganizzare il servizio in funzione della ripresa delle attività in presenza. Al tempo stesso ha sottolineato la necessità di garantire condizioni di fattibilità per il trasporto degli studenti impegnati nelle attività di laboratorio, tuttora in presenza, e di quelli – alunni con bisogni educativi speciali e figli di personale sanitario – che frequentano percorsi didattici opportunamente organizzati. A tal fine, l’ANP ha sollecitato l’effettiva partecipazione dei soggetti istituzionali interessati ai tavoli territoriali per elaborare soluzioni adeguate alle specifiche esigenze delle scuole e delle famiglie.
Spiace notare come, ancora una volta, venga chiesto alla scuola di adeguarsi e rimodularsi come se ciò fosse un’operazione semplice per un settore che, agli occhi di molti, evidentemente non rappresenta una parte della filiera ‘produttiva’ del Paese. Questa visione, oltre che errata, è contraddetta dalla realtà: nella scuola opera un milione di lavoratori, senza calcolare tutte le altre realtà collegate (ad es. gli operatori economici per i vari servizi), e ogni rimodulazione organizzativa investe necessariamente il tessuto sociale e lavorativo del suo personale e di quello delle famiglie degli studenti (svariati milioni di persone). Il sistema educativo, occorre purtroppo ricordarlo ancora una volta, crea un “prodotto” di inestimabile valore: il capitale umano del Paese.
L’ANP ha poi ribadito l’importanza e la funzione della scuola in presenza per la quale occorre che prenda definitivamente sostanza una cintura di protezione costituita dai seguenti fattori, in aggiunta a quello rappresentato dai trasporti: l’efficace gestione del contact tracing da parte dei Dipartimenti di prevenzione territorialmente competenti per alleggerire la pressione delle quarantene; la fornitura dei banchi alle scuole, anche del primo ciclo, che a tutt’oggi non ne dispongono; la piena funzionalità delle GPS – le cui criticità attualmente impediscono la stabilità dell’organico – per garantire una didattica regolare e consentire un più agevole reclutamento del personale supplente. Solo in presenza di tali condizioni la scuola può garantire le sue attività in sicurezza e riprendere le fila di quella trama di relazioni necessaria a fronteggiare le criticità più urgenti: tanti, troppi studenti si stanno allontanando dalle aule implementando i fenomeni della dispersione scolastica e della povertà educativa, già pesantemente presenti in diverse aree del Paese.
L’ANP, inoltre, ha sollevato le problematicità legate alle richieste di informazioni che arrivano alle scuole da parte del Ministero dell’istruzione. Non si contesta la necessità di acquisire conoscenza dei dati di contesto per realizzare consequenziali piani di azione, quanto, piuttosto il carattere di estemporaneità che connota tali rilevazioni. Sarebbe, invece, opportuno che alle scuole fossero sottoposti monitoraggi mirati, sistematici e con frequenza programmata. Così facendo, si concorrerebbe alla qualità e alla quantità dei dati che, se processati opportunamente, potrebbero essere utili all’Amministrazione per gestire con maggior efficacia le problematiche dell’emergenza epidemiologica. D’altra parte, pure le scuole ne trarrebbero benefici potendo pianificare i tempi e le modalità di risposta alle richieste ministeriali.
L’ANP, infine, ha chiesto di conoscere i dati raccolti dal Ministero in questi mesi per avere strumenti di valutazione dell’agito e, soprattutto, in funzione di miglioramento per l’organizzazione e la didattica della scuola dell’emergenza.
Quattro milioni di studenti lontano dalle aule sono una sconfitta per la nazione: si agisca con celerità e certezza. I tentennamenti e l’estemporaneità arrecano solo danni.