L’adozione del decreto MI-MEF del 28 gennaio 2021, n. 27 ha consentito la ripartizione tra gli Uffici scolastici regionali dei 13,1 milioni di euro previsti dal D.L. 34/2020 (art. 230-bis, c. 3). Tali risorse sono state finalizzate ad evitare le incapienze dei fondi regionali per gli anni 2017/2018 e 2018/2019 causate dall’ultrattività dei contratti integrativi regionali relativi all’anno scolastico 2016/17. Il decreto, quindi, rende possibile la sottoscrizione di tutti i CIR 2017/2018 non ancora firmati – per i quali è stato già certificato il relativo FUN – e la validazione del FUN 2018/2019, preliminare alla chiusura dei relativi contratti integrativi regionali.
L’ANP, come noto, ha sempre sollecitato l’Amministrazione ad accelerare i tempi del riallineamento tra vigenza del contratto integrativo regionale ed effettiva decorrenza dell’anno scolastico al fine di evitare periodi di ultrattività la cui estensione è direttamente proporzionale al rischio di restituzione delle retribuzioni percepite.
Per velocizzare questo riallineamento è ora necessario predisporre le condizioni per la sottoscrizione dei CIR relativi agli anni scolastici 2019/2020 e 2020/2021. In tali anni, gli istituti delle relazioni sindacali introdotti dal CCNL 2016-2018 determineranno nuove modalità di ripartizione delle risorse e di determinazione delle fasce di complessità.
Rimane, nel frattempo, insoluta la problematica relativa alla mancata corresponsione della retribuzione di posizione parte variabile che i colleghi di alcune regioni, entrati in servizio negli ultimi quattro anni, non hanno mai percepito.
Prendiamo atto che i Direttori generali di alcuni USR hanno determinato, sulla spinta delle organizzazioni sindacali, di corrispondere ai colleghi, a titolo di acconto, la quota di posizione variabile più bassa che sarà oggetto di conguaglio a credito non appena il contratto integrativo di riferimento entrerà in esecuzione.
L’ANP non ritiene, però, che sia questa la soluzione idonea per tale problematica.
Tutti i dirigenti della scuola hanno diritto a percepire l’intera retribuzione spettante nei tempi previsti dalle norme. Attribuire un acconto può senz’altro alleviare temporaneamente le oggettive criticità dei colleghi che, in buona parte, lavorano in regioni lontane dalla residenza e devono sostenere spese rilevanti. Tuttavia, rimane evidente l’inaccettabilità di questa situazione: o i colleghi non hanno diritto a percepire la retribuzione di posizione di parte variabile – e allora non si capisce a quale titolo percepiscano l’acconto – o ne hanno pieno diritto, come ritiene l’ANP, e allora devono riceverla integralmente nei tempi che la legge impone.
Per tale ragione abbiamo deciso di continuare a promuovere ricorsi pilota nelle regioni in cui la posizione di parte variabile non è corrisposta o lo è solo in forma ridotta in quanto il rispetto del lavoro dei dirigenti delle scuole – che tanto hanno dato e tanto stanno dando al Paese – si concretizza anche nella dovuta retribuzione.
L’inaccettabile politica degli acconti riduce quello che è un diritto costituzionalmente tutelato a una mera concessione.
I colleghi meritano tutto quello che gli spetta e lo meritano ora.