Oggi l’ANP ha partecipato, con le altre organizzazioni sindacali, ad un incontro in videoconferenza promosso dal Ministro dell’istruzione e dedicato alle principali tematiche riguardanti la scuola.
Nel suo intervento il Ministro ha espresso il più sentito ringraziamento a tutto il personale della scuola che non ha mai interrotto il servizio e che, nell’emergenza, ha saputo garantire il rispetto del diritto allo studio compiendo un enorme sforzo anche in termini di innovazione. Il Ministro ritiene che tale straordinario contributo debba essere valorizzato e che, in particolare, le esperienze di sperimentazione realizzate siano rese note e condivise. In vista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il Ministro ha sottolineato la rilevanza del legame tra investimenti e sviluppo per affrontare nel breve periodo la crisi, invertendo il trend – operante dal 2010/2011 – di riduzione della spesa pubblica per l’istruzione e pianificando azioni strutturali secondo una visione di prospettiva.
In premessa, il Ministro ha anche reso nota l’intenzione dell’Amministrazione di richiedere il rinvio delle elezioni per il rinnovo del CSPI, considerata la situazione pandemica.
Ha poi trattato una delle emergenze più preoccupanti da affrontare – che incide sul principio di uguaglianza – ovvero quella dei divari di apprendimento fra i territori, determinati dai già esistenti fenomeni di dispersione e abbandono scolastico che la pandemia ha aggravato. Occorre, dunque, a suo parere, ripensare la scuola e superare il modello fordista. Bisogna, inoltre, dare enfasi alla filiera tecnico- professionale, all’ITS e non solo, come parte fondante di un Paese che vuole crescere: si tratta – afferma il Ministro – di una risorsa indispensabile per dare un futuro a tanti studenti che rischiano di perdere contatto con la scuola e con il mondo del lavoro. Si deve partire, quindi, proprio dagli ultimi e creare le opportunità per l’accesso di tutti ad una cittadinanza consapevole. Perché ciò sia possibile occorre, tramite il Next Generation UE, evidenziare la centralità di un grande piano nazionale contro la povertà educativa e la dispersione scolastica valorizzando l’istruzione e la formazione professionalizzante. La scuola può dunque rappresentare il punto di congiunzione tra economia, istruzione e progresso ai fini di un sostanziale cambiamento della visione dell’Europa.
Il Ministro ha sottolineato anche il valore dell’autonomia scolastica: autonomia non significa lasciare ognuno al suo destino ma essa richiede la determinazione dei livelli essenziali di prestazione che ogni cittadino ha il diritto di pretendere in tutto il Paese e la definizione delle modalità attraverso le quali ciascuno possa raggiungerli.
In vista dell’anno scolastico 2021/2022 – che si prefigura quale anno costituente per la scuola -e nella prospettiva di avere tutto il personale in servizio dal 1° settembre, il Ministro ha espresso la volontà di convocare una serie di tavoli tecnici sulla mobilità del personale, sul reclutamento e sulla formazione continua.
Il Ministro, infine, ha espresso l’auspicio che l’interlocuzione con le organizzazioni sindacali sia sempre all’insegna del confronto e del dialogo.
Il Presidente dell’ANP, nel suo intervento, ha espresso apprezzamento per lo spirito costruttivo e per il metodo di lavoro proposto dal Ministro e ha fornito un contributo, in vista di un sostanziale mutamento dello status quo, sulle questioni di politica scolastica e sindacale che necessitano di interventi mirati.
Riguardo le prime, ha evidenziato le seguenti tematiche:
- ora più che mai, per superare l’emergenza, si impone la necessità di investire strutturalmente e adeguatamente sulla scuola come le altre nazioni europee, mettendo a sistema ciò che di valido è stato fatto in questi mesi e nella consapevolezza che il PIL è strettamente connesso al livello di apprendimenti medio dei cittadini di un paese
- occorre creare l’anagrafe dei solai mediante una banca dati gestibile – con bassi costi – dal Ministero in veste di cabina di regia nei confronti degli enti locali
- urge ridare dignità alla scuola per offrire a tutti le stesse opportunità di partenza: è fondamentale che la scuola pubblica si configuri quale ascensore sociale e che la professione docente torni a essere ambita, sia dal punto di vista retributivo che come meccanismo di carriera
- i già esistenti enormi divari di apprendimento, accentuati dal Covid-19, vanno superati agendo nell’ottica del Titolo V della Costituzione con la definizione dei LEP – come purtroppo non è stato fatto finora – evitando, così, lesioni all’unitarietà della funzione nazionale dell’istruzione
- scarso rilievo riveste la quantità di giorni di attività scolastica in più a fine giugno ai fini dell’efficacia educativa, mentre risulta evidente la necessità di rilevare scientificamente e oggettivamente i livelli di apprendimento (anche a inizio settembre, da parte dell’INVALSI) per poi intervenire con piani di recupero mirati, definiti dalle scuole ma con risorse aggiuntive
- le esigenze di funzionamento del sistema richiedono un’organizzazione dei dati sistematica e fondata su basi del tutto nuove che consentano di renderli disponibili in formato open per tutte le scuole affinché queste possano prendere le loro decisioni in modo più efficace
- constatata l’incapacità del sistema attuale di fornire risposte adeguate agli studenti, si impone la necessità di rivedere la prassi didattica, eccessivamente – e ormai anacronisticamente – basata sulla lezione frontale nonché fonte di disinteresse e dispersione da parte degli alunni, attuando un piano di aggiornamento capillare e massivo per i docenti
- sul contrasto al precariato non si intravedono possibilità diverse da quella dell’attribuzione alle singole scuole del potere assunzionale, senza negare il ruolo determinante del concorso
- si deve potenziare l’efficacia delle scuole introducendo il middle management per superare gli squilibri del sistema organizzativo che tendono a concentrare sul dirigente scolastico un eccessivo numero di incombenze gestionali, in contrasto con quanto avviene in tutto il mondo del lavoro pubblico e privato.
In termini di politica sindacale, il Presidente ha focalizzato il suo intervento sui seguenti temi:
- occorre eliminare le interferenze tra competenze dirigenziali e competenze collegiali, la cui disciplina risale a quasi 50 anni fa, intervenendo sul Testo Unico
- è opportuno sistematizzare i parametri numerici (consistenza alunni 500/300) per rendere stabili le istituzioni scolastiche
- è ormai improcrastinabile l’apertura della stagione contrattuale anche per superare l’inaccettabile iniquità tra le retribuzioni dei dirigenti della scuola e degli altri dirigenti dell’area
- va pianificata una operazione che risolva la situazione dei dirigenti vincitori dell’ultimo concorso immessi in regioni diverse da quelle di residenza, anche in considerazione dei numerosi contenziosi in atto
- è urgente programmare il nuovo concorso per dirigenti scolastici, DSGA, ATA ed espletare quelli per i docenti in atto
- è necessario espletare il concorso per dirigenti tecnici ai fini della valutazione delle scuole e dei dirigenti scolastici
- bisogna intervenire normativamente sulla responsabilità penale datoriale per renderla sostenibile ai colleghi in via permanente.
Il Ministro si è mostrato disponibile ad accogliere gli spunti di riflessione proposti e consapevole del fatto che molti di questi problemi, sedimentati in venticinque anni, vanno affrontati in termini strutturali e nei tempi adeguati. Ha quindi garantito la rapida attivazione di alcuni tavoli strategici, soprattutto sul reclutamento e sugli organici, sul Recovery fund, sul CCNL e sul tema del raccordo tra Stato e Regioni.