Le ingenti risorse messe a disposizione dal Ministero dell’istruzione per la realizzazione del Piano Scuola Estate 2021 – lo abbiamo ricordato in più occasioni – rappresentano per le scuole un importante strumento per attuare interventi di taglio didattico, educativo e sociale sui loro studenti anche nel periodo estivo. Arginare le fragilità, contrastare la povertà educativa, ridurre il formative loss e favorire i processi di sviluppo delle competenze sociali ed emotive sono infatti obiettivi che, per essere raggiunti, necessitano non solo di una accurata progettazione delle attività ma anche di congrue risorse.
I numeri delle adesioni all’Avviso del PON dedicato al Piano sono significativi: hanno presentato domanda 5126 scuole statali, 667 paritarie e 59 CPIA. Questi dati parlano chiaro: i dirigenti scolastici, pienamente consapevoli del ruolo che il Paese ha riconosciuto alla scuola a seguito dell’esperienza pandemica, hanno nuovamente dato prova della loro grande professionalità e si sono impegnati a fondo in un’operazione che può ben definirsi di esercizio di responsabilità e cittadinanza attiva. Tutto questo è avvenuto nonostante quattro elementi di grave difficoltà: 1) la complessità delle procedure di utilizzo dei fondi europei (la semplificazione annunciata, infatti, si è concretizzata solo nell’inoltro della candidatura); 2) il sottodimensionamento – per quantità di dipendenti e per competenze possedute – di gran parte delle segreterie scolastiche; 3) l’alto tasso di contratti a tempo determinato del personale che rende vieppiù difficoltosa l’organizzazione di qualsiasi attività; 4) il perdurare, da più di quindici mesi, di ritmi di lavoro stressanti e senza pause.
Per tali ragioni, ancora una volta e con forza, chiediamo all’Amministrazione di risolvere le criticità che incidono pesantemente sulle condizioni di lavoro dei dirigenti quali l’assenza di una tecnostruttura di supporto sul piano organizzativo e gestionale (l’auspicato middle management), l’insoddisfacente organico delle segreterie, l’insostenibilità della responsabilità penale datoriale, la necessità di una precisa valutazione dello stress lavoro-correlato dei colleghi.
Così come chiediamo di intervenire sull’iniquo dislivello retributivo esistente tra i dirigenti delle scuole e quelli degli enti di ricerca e delle università, dislivello sempre meno comprensibile e sempre più inaccettabile. L’armonizzazione della retribuzione non è più rimandabile.
È assurdo, inoltre, che alla data odierna non si sia ancora conclusa la procedura di validazione, da parte dell’UCB, del FUN 2017/2018, per non parlare di quelli del 2018/2019 e del 2019/2020.
È intollerabile, infine, che l’Amministrazione non abbia ancora dato corso alla piena corresponsione della parte variabile della retribuzione di posizione a tutti i dirigenti entrati in servizio dopo il 1° settembre 2017. Non si tratta di somme da meritare: sono somme dovute in quanto previste dalle vigenti disposizioni contrattuali.
I dirigenti scolastici sono alla vigilia di un’altra estate impegnativa.
Fanno tutto questo per i loro studenti, quali garanti della loro cura e della loro istruzione.
Lo fanno per un incomprimibile senso dello Stato.
Ci attendiamo ora, dall’Esecutivo, chiari segnali di riconoscimento di questo straordinario impegno.