Si è tenuta oggi la riunione di informativa, indetta dalla Direzione Ordinamenti del Ministero dell’istruzione, sulla bozza di decreto di costituzione dei Poli a orientamento artistico e performativo di cui all’art. 11 del D. Lgs. 13 aprile 2017, n. 60 “Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività”. I poli sono reti di scuole del primo ciclo di istruzione che hanno adottato, in una o più sezioni, curriculi verticali in almeno tre temi della creatività, ai sensi dell’art. 11 di detto decreto.
L’ANP ha rappresentato il proprio apprezzamento nel constatare il tentativo di finalizzazione di quanto disposto dal D.lgs. 60/2017, sebbene con più di quattro anni di ritardo. Viene così data attuazione a una disposizione fortemente innovativa che sostiene lo sviluppo dei curricoli verticali, interdisciplinari e ispirati a un netto rinnovamento metodologico. È innegabile che la promozione della creatività nelle giovani generazioni costituisca un asset importante nella crescita del capitale umano del nostro Paese.
Tuttavia, se anche la direzione individuata ci pare corretta e auspicabile, gli strumenti attuativi previsti dal decreto in termini di organizzazione dei Poli sul territorio, di impiego delle risorse umane e di disponibilità di risorse finanziarie risultano carenti.
In particolare, abbiamo rappresentato le criticità legate alla modalità di costituzione dei Poli e al loro prevedibile numero: le risorse previste per il Piano delle Arti appaiono insufficienti anche per la copertura dell’attività dei Poli.
Per quanto riguarda l’individuazione del personale all’interno dell’organico dell’autonomia (il 5% della dotazione organica previsto dal D. Lgs. 60 per la promozione dei temi della creatività) non sono chiari né i criteri del loro “utilizzo” né le modalità di riconoscimento economico degli incarichi aggiuntivi. Tale riconoscimento non è esplicitato nemmeno per il dirigente della scuola capofila.
L’ANP auspica, inoltre, che venga riservato nel testo del decreto un maggiore spazio alla possibilità di accordi con soggetti culturali accreditati presso il Ministero della Cultura e operanti sul territorio.