L’ANP ha incontrato oggi 18 novembre, in videoconferenza, il Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi e ha formulato le proprie richieste e proposte in vista dell’avvio dell’iter parlamentare del DDL bilancio 2022.
In apertura, il Ministro ha comunicato che, da un confronto con le forze di maggioranza, è emersa la volontà di estendere la proroga dei “contratti Covid” al personale ATA, di aumentare il fondo per la valorizzazione del personale docente di ben otto volte, di aumentare gli stanziamenti per il FUN.
Per l’ANP, l’aumentato carico di lavoro e di responsabilità ad esso connesse – la pandemia ne ha significativamente ampliato le dimensioni, investendo persino l’ambito sanitario – esige il pieno riconoscimento, anche in termini retributivi, del ruolo del dirigente scolastico. D’altra parte, tutti i lavoratori della scuola si aspettano il giusto riconoscimento economico per la professionalità e la abnegazione messe in campo al fine di garantire la massima funzionalità delle scuole anche nel contesto emergenziale.
Riteniamo, pertanto, del tutto inadeguati gli stanziamenti effettuati in vista dei rinnovi contrattuali e chiediamo che siano incrementati adeguatamente. Tutto il personale scolastico deve essere retribuito in modo equo e non giova a chi lavora nelle scuole permettere che si alimenti la solita ‘guerra tra poveri’ fondata sulla comparazione di retribuzioni spettanti a figure professionali del tutto diverse tra loro. In realtà, tutto il personale della scuola è retribuito molto meno dei colleghi di altri paesi europei. In merito, poi, all’incremento del fondo di valorizzazione del personale docente, riteniamo che esso debba essere vincolato ai criteri già previsti dalle singole scuole nella cornice di quanto stabilito dalla legge n. 107/2015.
La retribuzione dei dirigenti scolastici, in particolare, rimane una questione purtroppo ancora aperta. Abbiamo ribadito che è necessario incrementare congruamente il FUN per proseguire il processo di armonizzazione economica rispetto ai dirigenti della medesima area contrattuale, oltre che per valorizzare l’enorme impegno profuso dai colleghi durante la pandemia, senza sottrarsi ad alcuna responsabilità. Bisogna dunque perseguire l’armonizzazione della retribuzione dei dirigenti scolastici con quella dei colleghi dirigenti dell’area “istruzione e ricerca”: a tal fine sono necessari circa 240 milioni annui. Di conseguenza, riteniamo insufficiente l’incremento previsto dal disegno di legge di bilancio che è pari a meno del 10% del fabbisogno.
L’ANP ha, inoltre, chiesto che la proroga, all’anno scolastico 2022/2023, dell’applicazione dei criteri nazionali di graduazione delle posizioni dirigenziali, per evitare restituzioni e compressioni della retribuzione dei dirigenti scolastici, sia integrata con un’espressa previsione di proroga del meccanismo di allocazione delle risorse necessarie per le reggenze attribuite negli anni scolastici 2019/2020, 2020/2021 e 2021/2022. Infatti, le relative somme che, per norma contrattuale, dovrebbero gravare sulle risorse relative alla retribuzione di posizione quota parte variabile a partire dal 2019/2020, devono invece continuare ad essere reperite a valere sulle risorse finalizzate alla retribuzione di risultato fino all’anno 2021/2022 compreso. In caso contrario, gli effetti che si intende determinare con la proroga dell’applicazione dei criteri nazionali di graduazione risulterebbero compromessi.
Abbiamo anche ribadito che l’allocazione delle risorse economiche deve essere finalizzata non solo alla serena prosecuzione dell’anno scolastico ma anche, e soprattutto, al perseguimento di obiettivi strategici di medio e lungo termine. In questa prospettiva, non condividiamo la disposizione di cui all’art. 107 del disegno di legge che non prevede la possibilità di prorogare i contratti stipulati con il personale ATA: a nostro avviso, occorre invece lasciare alle scuole autonome piena facoltà di scegliere quali contratti prorogare anche incrementando le risorse dedicate.
Sempre in prospettiva di scelte strategiche, è a nostro avviso arrivato il momento di mettere fine alla criticità delle reggenze che, inevitabilmente, privano le scuole della continuità necessaria a perseguire gli obiettivi formativi loro propri. Intervenire sulla razionalizzazione della rete scolastica diventa prioritario anche nell’ottica della progressiva denatalità: ogni scuola deve avere un proprio dirigente e un proprio DSGA per poter realizzare detti obiettivi, là dove la reggenza – come noto – non induce a compiere scelte nodali per l’utenza e per il territorio. L’attuazione delle previsioni di cui all’art. 1, c. 978 della legge 178/2020, limitata al solo anno scolastico 2021/2022 e non almeno ad un intero triennio, come richiesto dall’ANP, ha prodotto d’altronde esiti opposti a quelli auspicati dal legislatore: l’Amministrazione ha accantonato un numero considerevole di sedi che hanno limitato non solo la consistenza della mobilità interregionale, ma anche il numero di immissioni in ruolo. È necessario, quindi, un intervento strutturale che risolva in via definitiva la questione posta dall’art. 111 del disegno di legge.
L’ANP ha, inoltre, proposto di inserire nella legge di bilancio una specifica previsione per estendere dal 30% al 100% il limite massimo di sedi disponibili per la mobilità interregionale per il 2022/2023. Riteniamo indispensabile modificare per via legislativa la norma contrattuale, originariamente formulata in considerazione del reclutamento attuato su base regionale, in quanto i tempi di sottoscrizione del prossimo CCNL sicuramente non consentirebbero di intervenire con la tempestività necessaria per sfruttare la mobilità del 2022.
In conclusione, l’ANP chiede con forza che il dibattito parlamentare prenda davvero in considerazione il potenziamento del servizio scolastico e attui quanto più volte dichiarato: la scuola deve essere al centro del Paese e il Governo deve compiere scelte di investimento concrete e coerenti con tale principio.
La legge di bilancio è l’occasione privilegiata per mantenere con i fatti tale impegno.