Dinanzi a numeri così chiari, anche il Ministero della salute ha alzato bandiera bianca: la quarta ondata è ufficialmente tra noi. I contagi oramai interessano in modo significativo la popolazione –in particolare la fascia under 12, al momento esclusa dalla campagna di vaccinazione – determinando una incidenza, ovvero il rapporto casi/popolazione, crescente.
Da qui la scelta, da parte del Ministero della salute, di sospendere il Protocollo sulla gestione dei contagi in ambiente scolastico del 3 novembre scorso: tale nota tecnica, calibrata su un’incidenza di 50 casi su 100.000 abitanti, non ha retto all’urto della nuova ondata.
Va però detto, a dire il vero, che l’articolata campagna di testing che avrebbe dovuto garantire la scuola in presenza sostanzialmente non è mai partita. Come abbiamo fatto presente sin dai primi giorni di entrata in vigore del Protocollo, le ASL non sono riuscite a garantire la tempistica dei tamponi né, in molti territori, a fornire ai dirigenti scolastici le indicazioni standardizzate da inviare ai “contatti” dei casi di positività.
Le scuole, come sempre, hanno retto: i dirigenti, pur in assenza di costante interlocuzione con le ASL, hanno disposto la DAD e garantito la sicurezza e la salute degli alunni e del personale. Continueranno a farlo, con la serietà e il senso di responsabilità che li caratterizza, anche a Protocollo sospeso.
La pandemia non è finita ed è ragionevole una navigazione a vista che tenga conto dell’evoluzione dei contagi. L’ANP chiede che le scuole siano accompagnate, in tale navigazione, dai soggetti istituzionalmente preposti alla tutela della salute senza dover sopperire alle loro carenze organizzative e di risorse umane.