Il decreto-legge “aiuti ter” Ulteriori misure urgenti in materia di politica energetica nazionale, produttività delle imprese, politiche sociali e per la realizzazione del PNRR, approvato di recente dal Consiglio dei Ministri, contiene importanti provvedimenti riguardanti la riforma degli istituti tecnici e professionali, a seguito e in coordinamento con la Legge n. 99/2022 che ha modificato, potenziandoli, gli ITS, divenuti Istituti Tecnologici Superiori o ITS Academy.
La riforma, inserita nel PNRR, spinge ad adeguare costantemente, in termini di competenze, i curricoli di tali istituti per rispondere alle esigenze del settore produttivo nazionale, orientandoli verso le innovazioni introdotte dal Piano nazionale Industria 4.0 nell’ottica di una piena sostenibilità ambientale.
Riguardo gli istituti tecnici, il decreto-legge prevede percorsi di orientamento che garantiscano la continuità degli apprendimenti con quelli dell’istruzione terziaria nei settori tecnologici, anche in relazione alle esigenze del territorio di riferimento, in coerenza con quanto disposto in materia sugli ITS Academy e sulle lauree a orientamento professionale abilitanti ai sensi della Legge n. 163/ 2021.
In particolare, sono introdotti strumenti premiali volti al riconoscimento, presso le università, dei crediti formativi maturati nell’ambito dei tirocini curricolari svolti dagli studenti delle classi terminali. Il tutto per accelerare il conseguimento delle lauree di completamento di detti corsi di studio.
La riforma, inoltre, dispone che gli studenti che abbiano completato almeno il primo biennio del percorso di istruzione tecnica acquisiscano una certificazione che attesti le competenze in uscita corrispondente al secondo livello del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente, di cui alla raccomandazione 2017/C 189/03 del Consiglio del 22 maggio 2017. La vera novità, però, consiste nella possibilità per gli studenti che abbiano completato anche il secondo biennio del percorso di istruzione tecnica di acquisire una certificazione che attesti le competenze in uscita corrispondente al terzo livello del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente. In buona sostanza, gli studenti dei tecnici in quattro anni possono acquisire una certificazione sino a questo momento non prevista se non per le qualifiche professionali. Alla luce di tale innovazione, sarebbe opportuno modificare l’ordinamento in modo che al termine del secondo biennio, in analogia con i percorsi quadriennali sperimentali e con quelli europei, fosse prevista l’attribuzione del quarto livello di EQF.
Con decreto del Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro dell’economia e delle finanze, saranno definiti i modelli e le modalità di rilascio delle certificazioni.
Riguardo all’istruzione professionale, invece, a soli cinque anni dall’ultimo intervento normativo, viene integrato il D. lgs. 61/2017 per favorire la transizione al mondo del lavoro e a quello delle professioni. Il profilo educativo, culturale e professionale si baserà su uno stretto raccordo della scuola con tali mondi e si ispira ai modelli promossi dall’Unione europea, in coerenza con gli obiettivi di innovazione, sostenibilità ambientale e competitività del sistema produttivo connessi alla promozione e allo sviluppo dell’innovazione digitale e nell’ottica della personalizzazione dei percorsi.
Tale profilo sarà integrato in coerenza con la Missione 1 – Componente 2 “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo”, Investimento 1 “Transizione 4.0” del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Oltre alle necessarie azioni di formazione per il personale docente, finalizzate alla sperimentazione di modalità didattiche laboratoriali innovative, si prevedono accordi, denominati “Patti educativi 4.0”, volti all’integrazione e alla condivisione delle risorse professionali, logistiche e strumentali di cui dispongono gli istituti tecnici e professionali, le imprese, gli enti di formazione accreditati dalle Regioni, gli ITS Academy, le università e i centri di ricerca, anche attraverso la valorizzazione dei poli tecnico-professionali e dei patti educativi di comunità.
Nell’ambito della programmazione dell’offerta formativa regionale, il decreto-legge introduce un’altra rilevante novità ovvero la possibilità che i CPIA eroghino percorsi di istruzione tecnica non erogati in rete con le istituzioni scolastiche di secondo grado o non adeguatamente sufficienti rispetto alle richieste dell’utenza e del territorio.
Il Ministero dell’istruzione adotterà linee guida finalizzate alla semplificazione amministrativa degli adempimenti necessari per i passaggi tra i sistemi formativi, tra i percorsi di istruzione professionale e quelli di istruzione e formazione professionale.
A completamento del nuovo quadro di sistema, sarà istituito presso il Ministero dell’istruzione un Osservatorio nazionale per rafforzare il raccordo permanente con le filiere produttive e professionali di riferimento degli istituti tecnici e professionali, ridurre il divario tra domanda e offerta di competenze e supportare il sistema nazionale della formazione nella progettazione dell’offerta formativa territoriale, nell’acquisizione e nel consolidamento nei curricoli degli istituti tecnici e nei percorsi professionali delle conoscenze tecnologiche previste.
Si ritiene che tale riforma sia assolutamente necessaria per conferire dignità e forza all’istruzione tecnica e a quella professionale, facendo leva sulle loro caratteristiche peculiari. Infatti, la costante incertezza sul futuro del Paese e del globo, alimentata dalle continue notizie di incombenti catastrofi di varia natura, tende a penalizzare proprio questi due settori di istruzione. Settori che, invece, sono strategici per lo sviluppo del Paese. Si tratta di investire sui giovani, su una solida istruzione tecnica o professionale e sulle loro idee innovative.
Il concetto dell’adeguamento continuo dei curricoli tecnici e professionali e della necessità di lavorare per competenze in questi settori, che appare scontato, dovrà scontrarsi, e speriamo abbia la meglio, con il rigido ordinamento scolastico italiano e con l’impostazione dell’esame di Stato al termine della scuola secondaria di II grado.
Per riuscire in questa rivoluzione, successivi decreti dovranno ridefinire i profili dei curricoli vigenti, mirando a rafforzare il legame con il tessuto socioeconomico del territorio di riferimento e favorendo la progettualità didattica e l’innovazione. Tale percorso passa necessariamente per la valorizzazione delle metodologie di insegnamento focalizzate sulle competenze e per una progettazione interdisciplinare. Ovviamente sarà necessario aggiornare il Profilo educativo, culturale e professionale dello studente e incrementare gli spazi di flessibilità.