La questione della rotazione degli incarichi dirigenziali, già divampata nei giorni scorsi, è stata ulteriormente posta al centro dell’attenzione a seguito di una recente presa di posizione dell’ANAC relativa ai criteri per darvi esecuzione.
Che l’Autorità intervenga può anche essere ovvio, trattandosi di materia di sua competenza. Ma che addirittura suggerisca criteri che debbono invece essere esclusivamente oggetto di informazione e di confronto con l’Amministrazione ai sensi dell’articolo 4 e dell’articolo 5, comma 3, lettera g) del CCNL di area risulta fortemente inopportuno.
Tanto premesso, riteniamo che sull’argomento sia inappropriato accomunare le scuole ai grandi apparati amministrativi della PA poiché le dinamiche e le risorse a disposizione sono molto diverse. Parlare in questi termini di rischio corruzione appellandosi anche all’attuazione del PNRR, quindi, appare superficiale.
Del resto – lo riconosce anche l’ANAC – le istituzioni scolastiche risultano a “ridotto rischio corruttivo”. Inoltre, le caratteristiche del ruolo del dirigente scolastico si attagliano perfettamente allo spirito della legge Severino là dove essa dispone anche di valutare i casi sulla base delle reali condizioni, non imponendo alcun automatismo.
Gli uffici della PA, forse, rappresentano realtà tendenzialmente simili in ogni angolo del Paese.
Ma così certamente non è per le scuole, differenti l’una dall’altra per contesto, utenza e risorse. Pertanto, prima di intervenire a gamba tesa su di esse, si devono compiere valutazioni serie e approfondite che prendano in considerazione più fattori. In particolare, va esaminato il rapporto costi-benefici, anche in termini di utilità sociale, tanto più nelle aree a rischio.
Di relazioni umane, infatti, si occupano i dirigenti delle scuole più che di pratiche amministrative. E le relazioni si costruiscono nel tempo, richiedendo un grande sforzo quando sono migliaia come nel caso delle comunità scolastiche ove, oltre al personale, i dirigenti sono in quotidiano contatto con alunni, genitori ed esponenti del territorio.
Vista la rinnovata attenzione sull’argomento, l’ANP chiede quindi che l’Amministrazione convochi con urgenza le organizzazioni sindacali per esaminarlo approfonditamente e per dare attuazione agli istituti contrattuali richiamati.