Criteri e fasce di complessità 2024/25
ovvero Robin Hood alla rovescia
L’ANP ha partecipato ieri, 25 giugno 2024, alla riunione conclusiva del confronto sui criteri per la graduazione delle istituzioni scolastiche e l’individuazione delle relative fasce di complessità per l’anno scolastico 2024/25.
L’Amministrazione, rappresentata dai Capi Dipartimento, Dott.ssa Carmela Palumbo e Dott. Jacopo Greco, ha predisposto il relativo provvedimento, incentrato sulla ricerca di un difficile punto di equilibrio tra le esigenze dell’Amministrazione e le istanze della parte sindacale, che costituisce il presupposto per le trattative sul CCNI 2024/2025.
Tale provvedimento è stato poi pubblicato nella tarda serata di ieri. L’allegato, contenente il punteggio di ciascuna scuola, è stato ritirato e ripubblicato ben due volte a seguito di vari errori contenuti nelle prime versioni. Solo in data odierna è stato finalmente reso noto l’elenco corretto.
Le soglie di accesso alle fasce sono state modificate anche perché, con l’applicazione dei nuovi criteri, la media dei punteggi è diminuita. Tali soglie sono state fissate in modo da mantenere invariata, rispetto all’anno corrente, la percentuale di scuole collocate in ciascuna delle tre fasce. In particolare:
- nella fascia “A” (da 53 punti in su) è collocato il 21,99% delle scuole
- nella fascia “B” (da 32 a 52 punti) è collocato il 64,93% delle scuole
- nella fascia “C” (fino a 31 punti) è collocato il 13,08% delle scuole
L’Amministrazione ha comunicato, inoltre, che si sono rese disponibili nuove risorse a vantaggio del FUN in grado di consentire aumenti medi pari a circa 500 euro l’anno. Questo anche grazie all’imminente sottoscrizione definitiva del CCNL 2019/21, prevista per la metà del prossimo mese di luglio. Presto saranno aperte le trattative per la stipula del CCNI 2024/25 e sarà avviato il confronto sui criteri di valutazione.
Resta ferma la clausola di salvaguardia della parte variabile della retribuzione di posizione in godimento per i colleghi che, in costanza di incarico individuale, vedono la loro scuola collocarsi in una fascia inferiore a quella attuale. I colleghi in scadenza di incarico potranno beneficiare del criterio di priorità, richiesto e ottenuto dall’ANP, nell’ambito delle procedure di mobilità.
In nessun caso, grazie al combinato effetto della clausola di salvaguardia e dell’incremento retributivo veicolato dal CCNL 2019/21, vi saranno riduzioni stipendiali.
L’ANP ha espresso le seguenti considerazioni:
- l’esigenza di modificare i criteri attuali, manifestata a gran voce dai colleghi e oggetto di impegno sottoscritto un anno fa da tutte le sigle sindacali insieme alla stessa Amministrazione, è stata ripresa unicamente dall’ANP che ha presentato una propria proposta
- la nuova definizione dei criteri è sostanzialmente in linea con quanto da noi richiesto, anche se non è stata accolta l’istanza di maggiore valorizzazione del parametro dimensionale
- occorre pubblicare quanto prima il dettaglio analitico dei punteggi assegnati alla complessità di ciascuna istituzione scolastica per scontate ragioni di trasparenza
- il vero problema, però, è quello causato dalla non condivisibile scelta, tanto pretesa dalle altre sigle, di fissare un numero di scuole in fascia A esageratamente superiore a quello della fascia C, perché così facendo ogni collega dovrà rinunciare a un aumento di 350 euro; l’ipotizzato aumento di 500 euro poteva senza sforzo arrivare a 850 euro e, auspicabilmente, anche a 1000.
A tale riguardo, non possiamo fare a meno di sottolineare quanto segue.
Siamo sempre stati gli unici a chiedere che la retribuzione fosse significativamente diversificata in funzione della complessità e, quindi, siamo oggi i più titolati a ribadire con forza il principio secondo cui le risorse debbano essere equamente distribuite fra tutti. Altri, invece, hanno voluto dare tanto a pochi, negando un non simbolico aumento a ciascun collega.
Un triste spettacolo in cui certi sindacati, immemori dei loro trascorsi egualitarismi, rivestono il ruolo di un grottesco Robin Hood alla rovescia.
Sindacati che dovrebbero difendere i diritti di ogni collega e tutelarne il potere d’acquisto.
Tutto questo – e lo diciamo con estremo rammarico – rappresenta una delle pagine più oscure del sindacalismo interno alla dirigenza scolastica. Un inaccettabile e sconcertante passo indietro rispetto a quell’armonizzazione retributiva che, grazie principalmente all’azione dell’ANP, ha permesso ai colleghi, negli ultimi cinque anni, di conseguire incrementi pari a circa il 30% della retribuzione variabile.
Continueremo a chiedere insistentemente maggiori risorse, al fine di riprendere quella progressione economica, oggi interrotta, in occasione dell’imminente apertura del tavolo contrattuale per la sottoscrizione del CCNI 2024/25.