Il 25 settembre 2024 è stato approvato dalla Camera senza modifiche il DDL Valditara – già approvato in prima lettura dal Senato lo scorso 17 aprile 2024 – inerente alla Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell’autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi didattici differenziati.
Ripubblichiamo il commento dell’ANP: seguirà a breve una scheda analitica del provvedimento non appena lo stesso sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Il legislatore interviene sulla valutazione degli apprendimenti nella scuola primaria già oggetto, in tempi recenti, di un intervento innovativo che aveva sostituito, sulla base di importanti considerazioni pedagogiche, i voti numerici con giudizi descrittivi riferiti ai differenti livelli di apprendimento. L’odierno testo di legge, recependo un’istanza proveniente dalle famiglie, ha inteso operare una semplificazione comunicativa, sostituendo i giudizi descrittivi con giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti.
L’ANP, pur condividendo l’esigenza di rendere più trasparente e comprensibile il processo valutativo, non può fare a meno di evidenziare gli effetti controproducenti derivanti dal frequente rimaneggiamento di una materia complessa e delicata come la valutazione nella scuola primaria. Le istituzioni scolastiche necessitano di tempi distesi e di adeguate azioni di accompagnamento per assimilare innovazioni di questa portata e non possono essere chiamate a continue correzioni di rotta che, nel caso specifico, comportano una rielaborazione dei protocolli valutativi adottati. Del resto, qualsiasi riforma dovrebbe avere un respiro di lungo periodo anche per poterne vagliare con approccio scientifico l’effettività dei risultati. La valutazione, poi, va considerata come un mezzo per orientare le strategie didattiche e il processo formativo al fine di favorire lo sviluppo integrale e il successo educativo degli alunni. Al riguardo, va prevenuto qualsiasi fraintendimento: in particolare, essa non deve costituire strumento per stabilire gerarchie tra discenti. Alla luce di tali considerazioni, l’ANP seguirà da vicino la definizione – demandata a un’ordinanza ministeriale di prossima emanazione – delle nuove modalità valutative affinché ne sia salvaguardato il valore formativo.
La disposizione normativa incide anche sulla valutazione del comportamento degli studenti, stabilendo nuove regole come l’introduzione del voto in decimi anziché un giudizio sintetico nella scuola secondaria di primo grado e la non ammissione alla classe successiva o agli esami di Stato in caso di valutazione insufficiente, sia al primo che al secondo grado. Per quest’ultimo è prevista anche la produzione di elaborati inerenti alla cittadinanza attiva e solidale in caso di valutazione pari a sei decimi, nonché un “premio” per il comportamento positivo, con ciò intendendo una valutazione pari a 9 o 10, consistente nell’assegnazione di un credito scolastico più alto nella relativa fascia di attribuzione. L’evidente intento del legislatore è quello di contrastare i sempre più preoccupanti episodi di violenza e bullismo che si verificano nelle scuole, promuovendo comportamenti sociali positivi e favorendo l’impegno in attività sociali.
L’ANP conviene sull’opportunità di far crescere negli studenti la consapevolezza della responsabilità e cioè del rapporto tra le azioni e le relative conseguenze, come pure sull’importanza di incoraggiare la cultura del rispetto e della civile convivenza. La legge 92/2019 sull’Educazione civica, del resto, ha segnato una tappa importante sul cammino per raggiungere l’obiettivo di acquisizione di una cittadinanza consapevole e solidale. Occorre considerare, tuttavia, che l’introduzione di misure punitive deve sempre essere accompagnata da un’accurata definizione dei comportamenti inappropriati da censurare. E non dimenticare che lo Statuto delle studentesse e degli studenti (DPR 249/1998) considera l’intervento disciplinare come momento educativo e non punitivo. Pertanto, sin da ora, chiediamo che la revisione dei due regolamenti di cui al DPR 249/1998 e al DPR 122/2009, prevista dall’articolo 1, comma 5 del testo in esame, faccia adeguata chiarezza e non lasci margini di ambiguità.
Guardando al provvedimento nel suo complesso, l’ANP rileva come l’intervento legislativo si inserisca in un contesto scolastico già interessato da un enorme surplus di incombenze amministrative collegate alla realizzazione delle riforme previste dal PNRR e non solo: la revisione delle pratiche valutative, con annessa ridefinizione delle modalità in uso, richiederà alle scuole un considerevole sforzo aggiuntivo per affrontare il quale occorrerà prevedere tempi congrui e opportune risorse che si traducano in un potenziamento delle segreterie scolastiche nonché nel proseguimento dell’iter di armonizzazione retributiva dei colleghi.