La Legge di Bilancio 2025 rappresenta un importante momento di riflessione sulle scelte economiche e strategiche nazionali. L’ANP ritiene opportuno evidenziarne gli elementi destinati a incidere maggiormente sulla scuola e sulla dirigenza scolastica.
Aspetti condivisibili
- Sostegno alla formazione e al benessere psicologico: Apprezziamo lo stanziamento di risorse per l’introduzione di psicologi nelle scuole e per la promozione di interventi educativi riguardanti la salute sessuale e affettiva. Si tratta di un primo passo verso un approccio più completo al benessere degli studenti e chiediamo sin da ora che tali iniziative diventino strutturali
- Iniziative per il personale scolastico: Il finanziamento dei rinnovi contrattuali per il triennio 2025-2027 e l’incremento del FMOF rappresentano segnali positivi, anche se le risorse stanziate appaiono modeste per ottenere una vera valorizzazione del personale
- Rafforzamento dell’organico di sostegno: L’incremento di 1.866 posti per i docenti di sostegno dal 2025 è un passo importante per garantire la continuità educativa, ma occorre maggiore attenzione al fabbisogno effettivo delle scuole che non può essere visto solo alla luce del calo demografico
- Detrazioni per le spese scolastiche: L’aumento dell’importo massimo detraibile, da 800 a 1.000 euro, è indubbiamente un segnale positivo per le famiglie
Aspetti non condivisibili
- Taglio agli organici del personale ATA: La prevista riduzione degli organici del personale amministrativo, tecnico e ausiliario appare ingiustificata, nonostante sia apparentemente indotta dalla crisi demografica, e rischia di aggravare ulteriormente le difficoltà operative delle scuole, già penalizzate dalla carenza di risorse umane. Si rende necessaria una approfondita e oculata revisione dei parametri di definizione degli organici
- Mancanza di investimenti strutturali: La legge non affronta i problemi strutturali del sistema scolastico, come la carenza di personale nelle segreterie e l’assenza di una visione di lungo periodo per l’autonomia scolastica
- Esclusione dei dirigenti scolastici dalla Carta del docente: Affermiamo senza mezzi termini che questa esclusione è un’occasione mancata per sostenere la formazione continua e l’aggiornamento professionale dei dirigenti
- Misure poco incisive per la dirigenza scolastica: La legge non include interventi significativi per i dirigenti scolastici quali la perequazione retributiva rispetto ad altre dirigenze dello Stato, la semplificazione amministrativa e gestionale, l’introduzione del middle management
In generale, il provvedimento appare prevalentemente orientato a rispondere a esigenze immediate e carente di una visione strategica di ampio respiro. Condividiamo la scelta di destinare risorse significative alla riduzione del cuneo fiscale e al sostegno delle fasce economicamente più fragili ma, al contempo, constatiamo che si penalizza il ceto medio e, in particolare, la categoria dei dirigenti scolastici la cui retribuzione è iniquamente inferiore a quella dei colleghi della medesima area contrattuale. Come già puntualizzato dalla CIDA, la classe media continua a essere il principale destinatario delle attenzioni del fisco ma non di misure che ne riconoscano adeguatamente il ruolo centrale nello sviluppo del Paese. L’evasione fiscale emerge sempre più come uno dei fattori maggiormente limitanti per tutta la collettività nazionale e dovrebbe essere combattuta con ben altra determinazione.
L’ANP ribadisce le proprie richieste:
- Rendere strutturali le iniziative di supporto psicologico e di educazione alla salute nelle scuole
- Prevedere un piano organico per il rafforzamento del personale ATA e una revisione delle norme sul reclutamento
- Estendere i benefici della Carta del docente anche ai dirigenti scolastici, riconoscendo il loro ruolo strategico nella governance scolastica
- Avviare un dialogo concreto per ottenere una definitiva perequazione retributiva e una vera semplificazione amministrativa, al fine di migliorare la qualità del lavoro dei dirigenti
In conclusione, pur condividendo alcune misure specifiche, la Legge di Bilancio 2025 appare come un’occasione mancata per intervenire in modo deciso sul sistema scolastico e valorizzare adeguatamente la dirigenza scolastica. Continueremo a monitorare l’evoluzione delle disposizioni e a rappresentare con determinazione le esigenze dei colleghi, convinti che un investimento coraggioso nel sistema scolastico sia essenziale per il futuro del Paese.