L’ANP esprime un netto giudizio negativo sull’emendamento all’art. 2, c. 4 del cosiddetto “decreto concretezza”, approvato oggi dalla Commissione VII della Camera: i dirigenti scolastici, come del resto gli altri dirigenti pubblici, sarebbero soggetti ad accertamento della presenza in servizio tramite controllo dei dati biometrici “esclusivamente ai fini della verifica dell’accesso”.
Tale intervento, al di là della finalità dichiarata (verificare se il dirigente è entrato in ufficio?), dimostra il profondo disconoscimento non solo dell’apporto sostanziale assicurato dai dirigenti al funzionamento della Pubblica amministrazione che si vorrebbe “più concreta”, ma anche e soprattutto delle caratteristiche reali della funzione dirigenziale: il contratto collettivo di lavoro dei dirigenti, infatti, non prevede obblighi sull’orario di servizio (da cui conseguirebbe la necessità di verificare quotidianamente l’ora in cui il dirigente assume servizio e l’ora in cui cessa dal servizio), ma una specifica clausola sull’impegno di lavoro, correlato al funzionamento e all’organizzazione dell’ufficio diretto e considerato ai fini della valutazione del livello di conseguimento degli obiettivi affidati.
L’ANP chiede che il decreto concretezza sia un’occasione per valorizzare la funzione di chi lavora nella e per la Pubblica Amministrazione e non l’ennesima dimostrazione di sfiducia – o peggio di ostilità – nei confronti dei suoi più fedeli servitori.