Nella lettera sotto riportata, inviata oggi dal presidente Giorgio Rembado, l’Anp denuncia l’insostenibile situazione creatasi nelle scuole sulla questione dei finanziamenti e richiede ai ministri interessati una robusta correzione di rotta, in mancanza della quale sarà inevitabile, per i dirigenti, la sospensione della stipula di nuovi contratti a tempo determinato per la copertura delle assenze e il congelamento della liquidazione dei pesanti debiti accumulati dalle scuole per le supplenze già conferite.
Roma, 22 marzo 2007
On. Giuseppe Fioroni
Ministro della Pubblica Istruzione
Prof. Tommaso Padoa Schioppa
Ministro dell’Economia e delle Finanze
Prof. Luigi Nicolais
Ministro per le Riforme ed Innovazioni
nella Pubblica Amministrazione
Sen. Vittoria Franco
Presidente VII Commissione Senato
On. Pietro Folena
Presidente VII Commissione Camera
Oggetto: insostenibile situazione dei finanziamenti alle scuole. Richiesta di intervento urgente.
E’ noto alle SS.LL. come – a seguito della legge finanziaria per il 2007 – le modalità per il finanziamento delle istituzioni scolastiche siano state profondamente innovate, attraverso la riduzione dei flussi finanziari a due capitoli principali (funzionamento e supplenze) e l’assegnazione diretta alle scuole delle somme spettanti. Tale innovazione è stata salutata con soddisfazione sul piano dei principi da questa organizzazione, in quanto considerata come un decisivo passo in avanti sulla strada dello sviluppo dell’autonomia scolastica.
Una volta resi noti i parametri di calcolo e pervenute alle scuole le comunicazioni individuali circa gli stanziamenti assegnati, non si può non constatare come fra le decisioni di principio e l’attuazione pratica di esse si sia aperto un divario profondo, tale da vanificare la portata delle prime e da far precipitare le istituzioni scolastiche in una condizione ancor più problematica della precedente e comunque tale da soffocare la loro effettiva autonomia di gestione. Se ne indicano di seguito i motivi principali:
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confrontando quanto effettivamente ricevuto lo scorso anno per le spese di funzionamento con quanto è stato comunicato quest’anno, si riscontra in molti casi una sensibile riduzione (anche di oltre la metà), contrariamente a quanto era stato assicurato in sede di informativa alle organizzazioni sindacali da parte dell’Amministrazione. Il fenomeno viene segnalato come generalizzato, talché ci si chiede a favore di chi siano state effettuate le redistribuzioni di risorse annunciate all’atto dell’informativa. Inoltre – lungi dal ridursi – le disparità di assegnazioni fra scuole dello stesso tipo si sono amplificate, in qualche caso (uno per tutti: gli istituti professionali alberghieri) in misura incredibilmente rilevante (assegnazione per alunno con scarti anche del 400% da una regione all’altra);
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ancor peggiore è la situazione per quanto riguarda l’altro capitolo, quello delle supplenze. Qui l’assegnazione comunicata come base risulta nella generalità dei casi inferiore di molte volte all’effettivo fabbisogno registrato negli scorsi anni (anche di quattro o cinque volte). Pur tenendo conto della attribuzione “garantita” di una successiva quota di pari importo, non sarà possibile far fronte alle esigenze reali. Delle due l’una: o la misura dell’accantonamento trattenuto a livello di sistema per le future eventuali compensazioni è molto superiore al 20% dichiarato, oppure nella determinazione della disponibilità complessiva non si è tenuto conto del fabbisogno reale finale, ma solo degli stanziamenti iniziali di bilancio degli anni precedenti. E’ noto alle SS.LL. come tutti gli Uffici Scolastici Regionali abbiano operato negli scorsi anni con la logica delle assegnazioni successive, sulla base dell’effettivo fabbisogno accertato (e quindi del “piè di lista”): il che ha sempre finito con il portare la previsione definitiva di spesa a livelli di fatto più che doppi rispetto alla previsione iniziale. Nel fissare un “budget” occorreva tener conto di questo fabbisogno – che era quello reale – e non degli stanziamenti iniziali. La sottostima delle necessità – per quanto censurabile – poteva essere compatibile con la logica di fatto praticata della sanatoria successiva: applicata in una situazione di gestione budgetaria equivale a strangolare le scuole;
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la quota trattenuta a livello di sistema (asseritamente pari al 20% del totale) in vista di eventuali necessità di copertura per sforamenti è del tutto estranea alla logica del budget, in quanto le scuole non sono messe in condizione di conoscere se ed in quale misura potranno attingervi. Essa rappresenta un prolungamento della pratica del “piè di lista”, che – soprattutto in una condizione di grave sottostima del fabbisogno – risulta ulteriormente inaccettabile, in quanto non consente alcuna programmazione della spesa ed inoltre è aleatoria, discrezionale e non trasparente;
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resta inoltre la gravissima anomalia rappresentata dal fatto che sul cosiddetto budget assegnato alle scuole continuano a gravare spese per supplenze del tutto improprie, quali quelle per indennità di maternità, che rappresentano spesa sociale e non scelte di gestione. Più in generale, tutto il sistema delle supplenze è irretito in un fitto sistema di regole centralistiche e di vincoli, che potevano a malapena risultare sopportabili solo a fronte del pagamento garantito degli impegni di spesa da esse derivanti. Non sono e non possono essere accettate in una logica di budget, che richiede assunzione di decisioni gestionali responsabili e non esecuzione di mandati vincolati;
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in ogni caso, è irrazionale e non accettabile che l’importo del cosiddetto budget (per giunta artificiosamente sottodimensionato) sia stato comunicato alle scuole con tre mesi di ritardo rispetto all’inizio dell’esercizio finanziario. Tenuto conto che le supplenze vengono conferite di fatto per otto mesi l’anno, gli impegni già assunti assorbono – ed in non pochi casi superano fin da ora – l’intera previsione annuale comunicata. Non si può gestire per budget se il suo importo non è noto prima che gli impegni di spesa vengano assunti.
Tale quadro contrasta gravemente non soltanto con le esigenze di una corretta gestione e della garanzia del servizio di istruzione, ma anche con le priorità dichiarate a livello di governo. La scuola sarebbe la seconda delle dodici priorità assunte dall’esecutivo: un grado di attenzione che però non trova riscontro nei fatti.
Non si può poi tacere che – nel momento in cui vengono accertate risorse aggiuntive disponibili per l’andamento della finanza pubblica – tutte le discussioni sul loro possibile utilizzo non prendono in considerazione alcuna il funzionamento delle scuole e perfino le esigenze del pagamento del personale che vi lavora.
Questa organizzazione esprime quindi le seguenti richieste, che considera come base minima per poter assicurare la corretta gestione delle scuole e la garanzia del diritto all’istruzione costituzionalmente garantito:
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rideterminazione delle dotazioni finanziarie comunicate alle scuole per entrambi i capitoli, sulla base di una valutazione realistica, basata sulla serie storica, dell’effettivo fabbisogno. Per tale finalità chiede di utilizzare una quota del surplus finanziario di sistema accertato nelle scorse settimane e del quale si sta in atto discutendo la destinazione;
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scelta politica finalmente chiara fra la logica del vincolo e quella della responsabilizzazione dei dirigenti. L’assegnazione di un budget di gestione – che comunque deve essere di misura realisticamente corrispondente ai compiti assegnati – è incompatibile con il mantenimento di un sistema di regole rigide per l’assunzione, l’utilizzo e la sostituzione del personale.
Il principio di discontinuità rispetto al passato – cui l’attuale esecutivo ha più volte dichiarato di volersi ispirare – non può riguardare soltanto l’assegnazione di risorse limitate e rigide, a fronte del mantenimento di tutto il castello di vincoli e tutele, retaggio del passato. E se non vi sono le condizioni per il superamento di questa contraddizione, non è lecito chiedere ai dirigenti delle scuole di assicurare sotto la propria responsabilità una impossibile quadratura del cerchio.
In assenza di una significativa correzione di rotta nel senso sopra enunciato, i dirigenti scolastici non potranno che:
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sospendere il conferimento di nuove supplenze, una volta esaurito il budget loro comunicato e tenuto conto degli impegni già assunti e dei relativi effetti di trascinamento sui mesi successivi (per stipendi, oneri sociali, ferie, rateo tredicesima ed indennità di fine rapporto);
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congelare ogni pagamento delle spettanze relative a supplenze per gli anni precedenti che non sia finanziato con specifiche assegnazioni. Si tratta di importi estremamente rilevanti, derivanti da impegni assunti in un contesto normativo diverso, che non possono essere coperti con una dotazione budgetaria del tutto insufficiente anche per le esigenze dell’anno corrente.
Giorgio Rembado
Presidente nazionale Anp