Durante il previsto incontro svoltosi ieri presso il Ministero, il Vice-Ministro, on. Mariangela Bastico, rispondendo ad una precisa domanda del presidente Anp, Giorgio Rembado, ha fornito importanti indicazioni sulla questione dei finanziamenti alle scuole. Questi gli impegni fondamentali:
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dopo la rata di giugno, sarà erogato un ulteriore finanziamento (inizialmente non previsto) durante il mese di luglio;
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un ulteriore versamento arriverà alle scuole a partire dal mese di settembre, a copertura del fabbisogno per gli ultimi quattro mesi dell’anno;
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con specifico provvedimento di prossima approvazione, saranno integrati i finanziamenti previsti dalla legge 1/07 a copertura dei compensi per i commissari degli esami di maturità, in modo da consentire l’integrale pagamento di quanto dovuto fin dal termine della sessione di esame.
Inoltre, sono in avanzato stato di predisposizione misure correttive, di natura legislativa, volte a trasferire gli oneri per maternità (stimati in 300 milioni di euro annui) al di fuori del bilancio delle scuole. Secondo le valutazioni, questa misura dovrebbe consentire di chiudere il 2007 in pareggio per quanto riguarda le supplenze.
E’ stato sottolineato che tutte le misure in questione riguardano il 2007 e che le relative risorse non sono destinate a coprire le situazioni di sofferenza preesistenti. Trovano conferma quindi le indicazioni che l’Anp ha fornito ai colleghi fin dall’inizio.
Per quanto riguarda invece gli anni precedenti, sono in preparazione ulteriori misure che dovrebbero consentire un rientro progressivo.
L’incontro era stato convocato per un confronto su vari provvedimenti attuativi di norme iscritte nella finanziaria: obbligo scolastico, organico di fatto, “classi primavera”.
Sul primo punto, è stata presentata la bozza di un regolamento che fissa alcuni punti fermi in materia di attuazione del rinnovato obbligo di istruzione: definizione della sua natura, acquisizione di saperi e competenze minimi, interventi a sostegno, certificazioni, linee guida per l’orientamento. In allegato, un corposo documento tecnico contenente l’indicazione delle competenze minime in uscita dal biennio per tutti i giovani fino ai sedici anni, indipendentemente dal percorso prescelto. Le indicazioni valgono anche, nella fase transitoria e fino al loro superamento, per i percorsi triennali sperimentali attivati a suo tempo in collaborazione con le Regioni. L’insieme delle competenze si articola in quattro “assi culturali” (dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico e storico-sociale) ed ulteriormente in abilità/capacità e conoscenze.
Il presidente dell’Anp, Giorgio Rembado, nell’esprimere apprezzamento e condivisione per la qualità tecnica del documento e la sua valenza innovativa, ha però ricordato che esso presuppone un approccio didattico sostanzialmente diverso da quello tradizionale. Ha quindi chiesto l’avvio immediato di un piano capillare di formazione del personale ed opportune iniziative parallele, per esempio a livello dei libri di testo. In mancanza di incisive misure di sostegno, il regolamento rischierebbe di rimanere una mera enunciazione di intenti.
Sul secondo punto, è stata presentata la bozza di una circolare sull’adeguamento dell’organico di diritto all’organico di fatto, che non si discosta nella sostanza da quella degli scorsi anni. Quest’anno essa acquista un rilievo particolare dal momento che è in gioco il raggiungimento degli obiettivi di risparmio fissati dalla legge finanziaria: e su questo aspetto si è appuntata l’attenzione delle parti sociali al tavolo.
L’Anp, per parte sua, ha richiamato un ulteriore elemento: il rischio, cioè, che lo sforamento rispetto alle previsioni iniziali determini, verso la fine dell’esercizio, l’attivazione della clausola di salvaguardia, con ulteriori tagli a pioggia sulle risorse del sistema scolastico che è già stato messo duramente alla prova.
Sul terzo punto, è stata presentata la bozza di un accordo – tuttora da raggiungere in sede di Conferenza Unificata Stato/Regioni – relativo all’istituzione sperimentale di circa 1000 cosiddette “classi primavera”, cioè gruppi di 15-20 bambini, di età compresa fra i 24 ed i 36 mesi. L’obiettivo è quello di fornire loro servizi socio-educativi e di sperimentare forme di transizione fra gli asili nido e la scuola dell’infanzia.