La versione definitiva del Piano scuola 2020/21, approvata dalla Conferenza Stato-Regioni, costituisce un netto passo avanti rispetto alla bozza iniziale che aveva indubbiamente generato molta confusione.
Sono state accolte alcune delle proposte avanzate dall’ANP nei giorni scorsi.
Innanzi tutto, sono spariti gli impropri riferimenti all’utilizzo del sabato e alla riduzione delle ore a 40 minuti la cui competenza rientra nell’autonomia delle singole istituzioni scolastiche.
È stato finalmente precisato che il metro di distanza deve essere calcolato da “bocca a bocca” e questo significa che, rispettando il distanziamento, ogni aula potrebbe accogliere in teoria un numero massimo di studenti pari – ma in realtà inferiore, per la presenza dei docenti e dei varchi di passaggio – a quello dei metri quadri della sua superficie.
L’accordo con gli Enti Locali è di fondamentale importanza perché saranno loro ad assicurare la disponibilità di ulteriori spazi, laddove fosse necessario, secondo quanto segnalato dal cruscotto informatico predisposto dal Ministero.
Il cruscotto permetterà infatti agli Enti Locali di conoscere in tempo reale l’effettiva capienza delle aule e questo, unito alla conoscenza del numero effettivo di alunni per classe, li metterà in grado di effettuare interventi di edilizia leggera e di assegnare alle scuole le aule e/o gli ambienti di apprendimento necessari per accogliere tutti gli alunni.
L’ulteriore stanziamento di un miliardo dovrebbe permettere di ampliare l’organico e di gestire meglio la ripartenza.
Risulta infine, anche se implicitamente, che il servizio debba essere assicurato in presenza a tutti gli alunni e che il tempo scuola debba essere tutto quello definito dall’ordinamento, fatte salve le eventuali decisioni dell’autorità sanitaria e le scelte di carattere didattico attinenti all’autonomia delle singole scuole.

Permangono essenzialmente due criticità: 1) le aule esterne devono essere reperite, dagli Enti Locali, in prossimità della scuola; 2) il tempo a disposizione è molto ristretto.
La DAD rimane una opzione alla quale ricorrere in caso di recrudescenza dei contagi e di una eventuale chiusura di singole scuole, soprattutto per le scuole del secondo ciclo.
L’ANP sta già lavorando per supportare a fondo i propri iscritti, mettendo a loro disposizione un vademecum che li aiuterà a organizzare la riapertura di settembre.

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