L’ANP ha partecipato oggi ad un incontro in videoconferenza con il Ministero dell’istruzione durante il quale l’Amministrazione ha inteso fornire comunicazioni urgenti relative al D.P.C.M. 18 ottobre 2020. Il Capo Dipartimento Bruschi ha ribadito che la convocazione dell’incontro è avvenuta ad horas, sulla scorta dell’urgenza di fare chiarezza su quanto previsto dal testo del decreto. L’Amministrazione ha infatti rilevato letture non appropriate del contenuto del D.P.C.M. che rischiano, in alcuni territori, di complicare la gestione di situazioni già di per sé complesse: è parso, quindi, necessario condividere preventivamente la comunicazione che il Ministero dell’istruzione invierà alle scuole.
La comunicazione sottolinea che le disposizioni previste nel testo del decreto fanno riferimento alle criticità emerse e registrate in specifici contesti territoriali. Per il primo ciclo si conferma che le attività didattiche si svolgono in presenza, mentre per il secondo ciclo la possibilità di variare rispetto a quanto già predisposto per l’avvio dell’anno scolastico è ipotizzabile ma solo “previa comunicazione al Ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali” e segnalate dai tavoli regionali. Le scuole secondarie potranno rimodulare gli orari di ingresso e uscita, decidere di programmare turni pomeridiani o l’inizio delle attività a partire dalle 9,00 o svolgere le attività didattiche da remoto, ferma restando l’attenzione per gli studenti che necessitano di particolare inclusione, ma solo nei casi specifici che richiedessero tali interventi come rilevato dai tavoli regionali.
L’ANP prende atto del chiarimento dell’Amministrazione in merito al contenuto del D.P.C.M. 18 ottobre 2020: in questo momento connotato dall’urgenza e in cui le situazioni evolvono con grande rapidità, gli incontri tra OO.SS. e Amministrazione, seppur convocati con un preavviso di una sola ora come quello di oggi, costituiscono importanti occasioni per rendere più chiara l’applicazione delle disposizioni governative e per agevolare il lavoro dei colleghi che, tra tante difficoltà, stanno dando esempio di grande impegno civile.
Il D.P.C.M. pubblicato ieri 18 ottobre ha riscritto – tra l’altro – la lettera r) del comma 6 dell’articolo 1 del D.P.C.M. 13 ottobre 2020. Tale disposizione, oltre a incentivare il ricorso alle forme di flessibilità organizzativa già previste dall’autonomia scolastica e ben note ai colleghi, suggerisce di incrementare l’utilizzo della DDI e di scaglionare gli orari di ingresso anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani, prevedendo che l’ingresso non avvenga mai prima delle ore 9,00. Entrambe le misure previste (DDI e scaglionamento) sono subordinate alla “previa comunicazione al Ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali” e questo non può che significare che la loro operatività è vincolata al verificarsi di detta condizione. Siamo assolutamente convinti che il D.P.C.M. non possa snaturare il senso degli artt. 4 e 5 del DPR 275/1999 e mettere in discussione l’autonomia scolastica. Pertanto, riteniamo condivisibili i chiarimenti forniti in merito alla rimodulazione degli orari di ingresso e di uscita e all’orario di avvio delle attività didattiche. Tali misure, comunque, ricadono nell’ambito dell’autonomia scolastica che gode di tutela costituzionale e su cui, ovviamente, non è legittimo né utile transigere. La pretesa di differire rigidamente l’orario di ingresso, peraltro, sarebbe stata irragionevole in quanto avrebbe riguardato indistintamente sedi scolastiche situate in realtà geografiche profondamente diverse tra loro: basti pensare alle differenze esistenti tra l’area metropolitana di qualsiasi grande o media città e un qualsiasi piccolo centro rurale o montano. In questi ultimi, spesso, vi è una sola corsa in grado di portare gli studenti a scuola.
In una prospettiva di corretta ed efficace interlocuzione tra l’Amministrazione e le OO.SS., abbiamo ricordato di aver chiesto la convocazione del tavolo nazionale permanente previsto dal Protocollo di intesa del 6 agosto 2020: si tratta del luogo migliore per affrontare le criticità che si stanno verificando, in misura diversa ma sempre significativa, su tutto il territorio nazionale, e che l’ANP sta segnalando da tempo (solo a titolo di esempio, il trattamento del personale in quarantena e la didattica da remoto; i rapporto tra scuole e dipartimenti di prevenzione nella gestione dei casi COVID; la tempistica delle GSP).
L’ANP crede fermamente nel confronto e nella possibilità che questo offre di fornire contributi validi per risolvere le problematiche che sono oggi evidenti a tutti.