L’ANP ha partecipato oggi 14 aprile 2023 alla riunione, indetta in presenza dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, avente per oggetto l’avvio della contrattazione integrativa nazionale relativa alle fasce retributive dirigenza scolastica.
L’Amministrazione, rappresentata dalla Dott.ssa Carmela Palumbo, Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione, e dal Dott. Jacopo Greco, Capo Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali, ha comunicato la volontà di darvi avvio, ai sensi dell’art. 42 del CCNL dell’area istruzione e ricerca, anche per porre fine alle inique differenze retributive tra regioni, a parità di fascia, riscontrate nei CCIIRR.
In premessa il Dott. Greco, considerata la non sostenibilità finanziaria della sottoscrizione del CIN per l’a.s. 2022/2023, ha comunicato che il Ministero si è fatto promotore di un intervento normativo – inserito in un decreto-legge di imminente pubblicazione in G.U. – che consente per tale anno scolastico la proroga del meccanismo dei CIR. Tale proroga è accompagnata da una disposizione che permette di mantenere i livelli retributivi del CIR precedente. Ciò renderà possibile il passaggio all’armonizzazione nazionale degli stipendi a partire dal 1° settembre 2023, con effetto migliorativo per tutta la categoria.
Per superare le criticità che hanno sin qui caratterizzato la retribuzione dei dirigenti scolastici, il nuovo sistema prevede di attuare alcune misure innovative: l’introduzione, a livello strutturale e sistemico, della costituzione del Fondo prima dell’inizio dell’anno scolastico – aspetto sul quale il MEF ha garantito il suo impegno – e la possibilità per i dirigenti scolastici di conoscere la pesatura delle istituzioni scolastiche e i livelli retributivi associati prima delle procedure connesse alla mobilità.
L’Amministrazione ha auspicato una rapida sottoscrizione dell’ipotesi – possibilmente entro maggio – per realizzare quella che si configura come una vera e propria rivoluzione per il mondo della dirigenza scolastica. A tal fine si è impegnata a fare sì che il passaggio alla contrattazione nazionale non penalizzi alcun dirigente, operazione resa possibile anche grazie alle economie previste nella recente legge di bilancio. L’impegno dell’Amministrazione riguarda anche la necessità che le fasce, e soprattutto la loro retribuzione, abbiano stabilità nel tempo.
Partendo dalle risorse accertate del FUN 2023-2024, poste a garanzia della sostenibilità del futuro CIN, l’Amministrazione ha proposto due ipotesi di lavoro.
La prima prevede di articolare la parte variabile della retribuzione di posizione su tre fasce di importo rispettivamente pari a 20.885, 17.100 e 14.900 euro (lordo dipendente) cui associare, rispettivamente, il 30%, il 41% e il 29% delle istituzioni scolastiche.
La seconda ipotesi contempla quattro fasce con importi della PPV pari rispettivamente a 20.885, 17.100, 14.900 e 9.014 euro (lordo dipendente), ma non sono state indicate le percentuali di istituzioni scolastiche ricadenti in ciascuna di esse.
L’ANP apprezza molto lo sforzo dell’Amministrazione volto a porre concretamente fine alle attuali sperequazioni determinate, come è noto, dalla modalità di ripartizione del FUN, dal carattere regionale dei criteri per la graduazione e dagli esiti dei vari dimensionamenti regionali.
Tuttavia, abbiamo evidenziato come non sia possibile valutare adeguatamente la proposta senza la disponibilità di tutti i dati, considerato che le percentuali indicate nella prima ipotesi non consentono di prevedere i reali effetti del passaggio dalle fasce regionali a quelle nazionali e che quelle della seconda ipotesi non sono ad oggi note. Riteniamo inevitabile, peraltro, che i criteri per la determinazione delle fasce nazionali attualmente in vigore provochino consistenti migrazioni tra le stesse.
L’ANP ha sottolineato, di conseguenza, come sia suo interesse primario prevenire qualsiasi perdita in termini economici per i colleghi. Per questa ragione ha chiesto di inserire una clausola di salvaguardia a loro tutela.
Abbiamo chiesto, inoltre, che l’Amministrazione assuma anche l’impegno di stabilizzare le retribuzioni dei dirigenti attraverso un incremento strutturale del FUN.
Nel merito delle ipotesi, in assenza di un chiaro prospetto che restituisca il quadro della situazione regione per regione, non è allo stato attuale possibile valutare quale delle due ipotesi sia preferibile. In astratto, un sistema a quattro fasce è senz’altro migliore per favorire una graduazione delle istituzioni scolastiche più aderente alla loro reale complessità e per ridurre il numero di slittamenti tra le fasce attuali e quelle future.
Infine, circa la valutazione dei dirigenti scolastici, strettamente connessa alla retribuzione di risultato, abbiamo sostenuto la necessità di utilizzare il sistema adottato per gli altri dirigenti dello Stato e abbiamo chiesto di mettere definitivamente da parte le procedure farraginose e complicate di cui finora è stata sterilmente tentata l’applicazione alla sola dirigenza scolastica.
L’Amministrazione ha comunicato che a breve fornirà alle OO.SS i dati richiesti e che è aperta a valutare altre proposte inerenti alle fasce. Ha poi sottolineato che l’eventuale clausola di salvaguardia sarebbe necessariamente limitata all’incarico in essere. Ha nuovamente auspicato tempi brevi per la sottoscrizione dell’ipotesi di contrattazione perché in caso di slittamento all’anno scolastico 2023/2024 potrebbe essere problematico applicare ai CIR l’ultrattività.
A chiusura dell’incontro, la Dott.ssa Palumbo ha annunciato che nel corso della prossima riunione, fissata per il 19 aprile, sarà presentata anche la bozza della direttiva relativa alla rotazione degli incarichi. Sul punto, ha anticipato che è intenzione del Ministero proporre, in relazione alla decorrenza di detta rotazione, che essa parta dal 1° settembre 2023 al netto di alcuni correttivi: i colleghi destinatari di nuovo incarico potranno mantenere la sede per nove anni, chi si troverà al secondo per otto anni, chi al terzo per sette.
L’ANP ha accolto con grande soddisfazione la posizione dell’Amministrazione, del tutto in linea con quanto da noi espressamente richiesto.
Già in occasione del nostro comunicato del 30 marzo scorso e, soprattutto, nella lettera del Presidente Giannelli al Ministro Valditara dell’11 aprile, avevamo rappresentato come, per rendere al contempo sostenibile da parte della categoria l’impatto della misura della rotazione e per non compromettere l’attuazione del PNRR, il computo del periodo oltre il quale ipotizzare tale misura dovesse decorrere, senza alcun effetto retroattivo, dal 1° settembre 2023.
Si tratta, dunque, di un risultato molto importante che garantisce ai dirigenti scolastici la serenità necessaria a proseguire nella gestione e nella realizzazione del loro progetto di scuola, sapendo di potere contare su un orizzonte temporale adeguato.
Informeremo tempestivamente i nostri iscritti sui prossimi sviluppi delle questioni oggi trattate.