L’ANP ha partecipato oggi alla presentazione degli esiti italiani dell’indagine internazionale IEA – PIRLS 2021 – Progress in International Reading Literacy Study – “La comprensione della lettura al quarto anno della scuola primaria”.
L’evento, coordinato dal Presidente INVALSI R. Ricci e ospitato presso la prestigiosa Sala dell’Auditorio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ha visto, tra gli altri, gli interventi di R. Antonelli, Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei e di A. Tesei, Presidente della Fondazione “I Lincei per la Scuola”.
PIRLS è uno studio internazionale diretto dal TIMSS & PIRLS International Study Center della IEA presso il Boston College, condotto in collaborazione con gli uffici IEA di Amsterdam e Amburgo. Esso prevede una indagine sulle competenze in lettura degli studenti al quarto anno di scuola primaria, svolta ogni cinque anni a partire dal 2001. Tale indagine, effettuata in Italia in questa occasione in modalità quasi totalmente computer based, comprendeva anche le prove “ePIRLS” che simulano un ambiente web. Essa, peraltro, raccoglie informazioni di contesto su quantità, qualità e contenuto dell’istruzione. Partendo dall’assunto che la lettura sia la competenza di base per eccellenza indispensabile per imparare, per fare e per essere, il quadro di riferimento di PIRLS 2021 è stato declinato sui seguenti scopi del leggere: acquisire informazioni, utilizzare informazioni e vivere il leggere per esperienza letteraria.
L’indagine nel nostro Paese ha coinvolto 7419 allievi, 5152 genitori, 442 insegnanti e 222 dirigenti scolastici, distribuiti nelle canoniche cinque aree geografiche individuate nell’ambito delle rilevazioni INVALSI.
Rispetto ai 43 paesi coinvolti, i risultati italiani sono relativamente elevati. Il nostro Paese, infatti, come Norvegia, Danimarca, Bulgaria e Repubblica Ceca, si pone in posizione significativamente superiore al punto centrale della scala degli esiti e, in confronto alla media dei paesi europei partecipanti, ottiene un punteggio medio superiore. Le bambine hanno risultati di lettura superiori a quelli dei maschi ma tutti gli allievi dimostrano, senza differenze di genere, le stesse abilità nella lettura di testi letterari e informativi e padroneggiano con le medesime abilità gli strumenti di comprensione. 97 studenti su 100 raggiungono il livello di base in lettura (e almeno il 95% lo possiede nelle cinque aree geografiche): si tratta di uno dei migliori risultati a livello internazionale. I divari territoriali cominciano a emergere a partire dai livelli superiori. Per una lettura completa degli esiti si rimanda al link.
Va sottolineato come i cambiamenti nel tempo dei risultati in lettura dimostrino diminuzioni in tutto il mondo a causa della pandemia. Anche in Italia si registrano 11 punti in meno rispetto al 2016 e, più in generale, le sostanziali differenze dei risultati medi nelle diverse aree geografiche che si sono osservate già nel 2011 vengono confermate con andamenti quasi paralleli dei risultati.
I dati, nel complesso positivi, non si riscontrano, come noto, nei segmenti scolastici successivi. Ciò da una parte conferma la qualità della scuola primaria, dall’altra rappresenta una ragione di profonda riflessione per il sistema, specie in un momento in cui le istituzioni scolastiche sono destinatarie di risorse finanziarie particolarmente rilevanti. Circa i divari territoriali, poi, il quadro restituito dall’indagine è a tinte meno fosche rispetto ad altre rilevazioni ma essi esistono già. È evidente come le piccole incrinature nella primaria possano diventare drammatiche ragioni di disagio nel percorso scolastico successivo.
L’ANP ritiene da sempre che le misurazioni strutturate siano fondamentali per comprendere lo stato di salute del sistema educativo e per individuare le soluzioni alle criticità emerse. Siamo soddisfatti del risultato conseguito dalla scuola italiana e occorre farci carico anche questa volta, responsabilmente, delle informazioni acquisite. Risulta pertanto indispensabile il passaggio successivo: sapere come tradurre concretamente tale sapere in indicazioni pratiche che possano essere seguite dai docenti e come utilizzare i dati per migliorare la qualità dei processi di apprendimento e di insegnamento.