Venerdì 13 novembre scorso, Anp – in collaborazione con Roger Abravanel – ha lanciato un sondaggio rivolto ai dirigenti scolastici italiani, per sottoporre loro cinque domande relative alla pubblicazione integrale dei dati di autovalutazione relativi a ciascuna scuola sulla piattaforma digitale Scuola in Chiaro.
Il sondaggio si è concluso ad una settimana esatta dall’avvio, come previsto. Sono pervenute 493 risposte, provenienti da un sottoinsieme casuale, ma di fatto abbastanza rappresentativo della composizione della categoria. Queste le principali caratteristiche dei rispondenti:
– per un terzo uomini;
– prevalentemente di età compresa fra i 51 ed i 60;
– residenti prevalentemente in 5 regioni (Campania, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia);
– per oltre metà del totale dirigenti di istituti comprensivi
Sui risultati del questionario, abbiamo chiesto un primo commento a caldo all’ing Roger Abravanel, il quale ci ha dichiarato:
“Non sono troppo sorpreso dai risultati perché confermano i colloqui che ho avuto con molti presidi in questi giorni.
I presidi sono abbastanza positivi sulla autovalutazione che ritengono un utile primo passo. Sono anche positivi, anche se in misura decisamente minore, sul fatto che la ” nuova scuola in chiaro ” aumenti la trasparenza nei confronti delle famiglie e danno di ciò in parte responsabilità all’Invalsi che non è considerato sufficientemente efficace nel rendere più comprensibili i risultati
Il mio giudizio è un po diverso.
Considero estremamente positivo che si siano pubblicati per la prima volta i dati Invalsi per il 95 percento delle aziende italiane
Ma la mia positività si ferma li. Intanto in tutto il mondo gli sforzi di autovalutazione sono accompagnati da riscontri esterni che sono rappresentati da ispettori competenti e motivati. Da noi gli ispettori sono pochissimi e spesso impreparati, a detta di molti presidi. La idea che questi rapporti di autovalutazione possano innescare un processo virtuoso in cui i presidi e le scuole vengano valutati e così selezionati in modo da poter a loro volta valutare gli insegnanti è giusta ma di difficile attuazione .Magari si sarà fatto un primo passo in questo senso ma ci vorranno 20 anni per arrivare dove sono altri paesi oggi . Se si potesse spendere un po di soldi non solo a togliere insegnanti dal precariato ,ma anche a creare un corpo di 4 -500 ispettori di qualità forse le cose si potrebbero accelerare.
Secondo,l’avere messo i dati Invalsi nella scuola in chiaro servirà a poco se non si renderanno credibili e comprensibili . Io ho navigato per un giorno nel sito della ” scuola in chiaro ” ed ho fatto fatica a ricostruire delle informazioni utili e mi considero una persona che sa cosa cercare e navigare più dello italiano medio.
Se si vuole fare dei passi avanti ,e’ fondamentale rivedere la missione dell’Invalsi che si vede oggi come una specie di custode del processo di valutazione e deve diventare invece una organizzazione eccellente nello elaborare test di qualità, somministrarli , valutare il fenomeno del cheating in modo credibile, certificare i dati e comunicarli in modo semplice e comprensibile.”
Roger Abravanel pubblicherà a giorni sul Corriere della Sera un’analisi ed un commento più approfonditi sui risultati del questionario. Ovviamente ve ne daremo notizia e li pubblicheremo a nostra volta.