Finalità conoscitive dell’indagine e premessa metodologica Lo scorso settembre sono stati resi noti i risultati di un’indagine svolta nel 2011 dal sociologo Eric Debarbieux in collaborazione con Georges Fotinos su un campione di 11.820 docenti francesi che lavorano nella scuola dell’infanzia e primaria. La ricerca focalizza l’attenzione sul disagio provato dai docenti che ogni giorno subiscono comportamenti violenti, aggressioni fisiche e verbali da parte degli studenti, in relazione anche al livello di degrado sociale: un professore su tre dichiara di essere stato insultato, un insegnante su sette soffre di ostracismo da parte dei colleghi. Per non dire della percezione di grande malessere causata dalle continue ingerenze da parte del Centro, con il risultato di minare il senso di auto stima dei docenti che si sentono poco considerati nella scala sociale e sottoposti a continui controlli senza autonomia decisionale nel processo formativo ed educativo degli studenti. A valle della ricerca francese l’Anp – Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola – che da sempre sostiene le professionalità impegnate nell’investimento sul proprio ruolo e nel rinnovamento della scuola, ha ritenuto di lanciare un’indagine rivolta ai docenti italiani per ridare voce sul territorio nazionale agli attori diretti, gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado. La realizzazione di un’indagine rivolta ai docenti è stata pensata come uno strumento capace di fornire informazioni sul modo in cui gli insegnanti vivono la professione e percepiscono il loro ruolo, nonché sulle criticità della scuola così come sono avvertite da chi quotidianamente la vive: conoscere chi sono, cosa si aspettano, come percepiscono la propria professionalità, è importante per l’Anp al fine di impostare riflessioni sull’intero sistema scolastico, per progettare le attività future, per riorientare l’attività sindacale e di formazione. L’indagine è stata realizzata nel mese di ottobre 2012 in collaborazione con La Fabbrica, l’agenzia di comunicazione educativa con sede a Milano, attiva in Italia e in altri Paesi del mondo. E’ stato costituito un campione di 10.000 insegnanti di scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado ai quali è stato rivolto l’invito a rispondere – attraverso l’accesso al sito www.lafabbricaedu.com/anp/questionario- ad un questionario online di 24 domande chiuse. Al termine della rilevazione i questionari integralmente compilati sono stati 1039 con un tasso di partecipazione pari al 10% circa del campione. I risponditori appartengono in prevalenza alle regioni del Centro Italia. Gli ambiti conoscitivi dell’indagine hanno riguardato, oltre ai dati relativi al profilo anagrafico e professionale, sostanzialmente i seguenti quattro aspetti articolati in sei domande ciascuno, graduate in base al livello di condivisione (molto, abbastanza, poco, per nulla):
- Espletamento della funzione: grado di soddisfazione professionale, aspetti relazionali, adeguatezza della formazione, livello di realizzazione
- Bisogni professionali: margini di autonomia, esigenze avvertite – all’interno e all’esterno della scuola – rispetto all’esercizio quotidiano della professione
- Livelli di autonomia auspicati per incrementare l’efficacia della professione: adozione di un sistema di reclutamento decentralizzato, introduzione di figure intermedie di leadership, di una formazione continua obbligatoria, di una cultura della responsabilità e della rendicontazione
- Opinione dei docenti su alcune opzioni di riforma del sistema scolastico italiano: adozione di un sistema di valutazione, introduzione di meccanismi di differenziazione nella carriera e nella retribuzione
Le risposte Domanda 1 Percezione del ruolo Le risposte relative a questo aspetto del sondaggio si discostano in modo significativo dai risultati della ricerca francese: i docenti italiani rivelano un grado elevato di soddisfazione professionale; mentre il dato che si riferisce all’adeguatezza della formazione rispetto agli attuali bisogni educativi è al di sotto del 50%, il 63% del campione si dichiara “valorizzato dal dirigente relativamente alle competenze professionali e culturali possedute”, la percentuale dei docenti che si sentono “realizzati e apprezzati” e “ascoltati”, sfiora il 70%, oltre il 92% si dice “rispettato da alunni, colleghi e famiglie” e solo il 6,9% denuncia “problemi di relazione con i genitori degli studenti”. Domanda 2 Attese professionali Emerge nettissima l’esigenza di acquisire maggiore autonomia “nella progettazione didattica e nel lavoro in classe” (ne sente il bisogno il 91,5% dei docenti – questo esito appare confrontabile con la ricerca francese), di “lavorare di più in team con i colleghi” (lo auspica il 90% del campione), di “prevedere una formazione continua, anche su competenze psico-pedagogiche, tecnologiche, organizzative” (92%). Oltre il 90% vorrebbe “dialogare e interagire con Enti locali, strutture territoriali e Università”, mentre una percentuale decisamente più bassa (il 67,7% ) auspicherebbe un coinvolgimento concreto dei “genitori nella definizione degli obiettivi educativi dei propri figli”. Conforta il dato molto rilevante (90,4%) di coloro che richiedono di essere valutati sui risultati del loro lavoro. Domanda 3 Livelli di autonomia desiderati Il dato che balza maggiormente all’attenzione è costituito dalla richiesta di una maggiore diffusione della “cultura della responsabilità e della rendicontazione”: lo segnala oltre il 93% del campione. Alta anche la percentuale di quanti per incrementare l’efficacia della professione auspicano livelli di autonomia nell’”organizzazione dell’impegno professionale fondata sul lavoro d’équipe” (87,6%) e nella “formazione continua obbligatoria e valutata” (85,8%). L’89,1% chiede “una maggiore collaborazione e un maggior dialogo con il dirigente”, mentre il 66,5% è a favore della “creazione di figure intermedie di leadership”e il 60,5% si dichiara d’accordo su modalità di “reclutamento decentralizzato”, per esempio nella forma delle reti di scuole. Domanda 4 Strumenti di valorizzazione della professione Oltre il 92% del campione ritiene si debba puntare sul “riconoscimento di uno stato giuridico articolato per livelli progressivi di carriera” e sull’”incremento della retribuzione per livelli differenziati di carriera”; seguono “il reclutamento selettivo” per l’accesso alla professione (89,3%), la “determinazione dei livelli minimi di prestazione concordati all’interno della comunità professionale”(85,8%), la “formazione di figure intermedie” (77,2%), la “condivisione degli obiettivi formativi coi genitori degli studenti” (76,6%).
Conclusioni Le ricerche sugli insegnanti di cui si dispone in Italia sono poche, per cui le informazioni sul loro modo di intendere la professionalità e, più in generale, sulle loro opinioni, sono ancora lacunose; per questa ragione ed anche nella consapevolezza del forte disagio che gli insegnanti vivono in questo periodo nel nostro paese (paventato aumento dell’orario settimanale d’obbligo, severa moratoria contrattuale, endemica scarsità di risorse etc.) l’ANP, in collaborazione con La Fabbrica, ha scelto di iniziare le ricerche sui professionisti della scuola proprio a partire dai docenti. Pur non trascurando il dato in base al quale anche per l’insegnamento, come per ogni professione, la preselezione che esiste a monte, finisce per attrarre lavoratori portati ad attribuire valore a quei fattori che ne rappresentano la specificità, gli esiti dell’indagine restituiscono l’immagine dell’insegnamento come di una professione nonostante tutto gratificante: attraverso le risposte i docenti dimostrano di credere nel proprio lavoro, di essere motivati e disposti ad investire sulla professione. Emerge inoltre una visione di prospettiva positiva, importante per lo sviluppo di tutto il sistema d’istruzione, rispetto alle possibilità della categoria di transitare verso un nuovo assetto della professione grazie alla consapevolezza dei problemi aperti e alla disponibilità al cambiamento. Conforta il dato che, pur essendo stati sollecitati in un periodo di tensioni all’interno della categoria, i risponditori abbiano dimostrato un’alta consapevolezza del ruolo, rivelando soddisfazione e senso di realizzazione nello svolgimento della loro funzione. L’indagine ha permesso di individuare anche alcune priorità per possibili interventi. Essi derivano dalla richiesta di una coerenza fra formazione, reclutamento e sviluppo professionale, di valutare e ricompensare l’insegnamento di qualità, di diversificare la carriera. L’auspicio è che il sentire espresso dal campione, propenso alla valorizzazione del ruolo e al miglioramento del servizio d’istruzione, sia il sentire comune della categoria.
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