Pubblichiamo di seguito un comunicato importante di CIDA nel quale si dà conto delle affermazioni dei vertici INPS all’audizione di oggi presso la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.
L’audizione verteva sull’esame della cosiddetta “Proposta Meloni”, AC n. 1253, tendente ad applicare un “contributo di soliderietà” alle pensioni superiori a 10 volte il minimo INPS ricalcolate retroattivamente con il sistema contributivo anziché contributivo.
Sull’argomento la nostra Confederazione è più volta intervenuta, ottenendo giustizia dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 70/2015) e, di recente, dal Tribunale di Palermo un nuovo rinvio alla Corte, vista la non ottemperanza del Governo alla prima sentenza.
Di seguito il comunicato CIDA.
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ULTIM’ORA
Roma, 15-03-2016
Si è svolta oggi la seconda audizione dei Vertici Inps presso la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati con riferimento all’Atto Camera 1253 “Disposizioni in materia di pensioni superiori a 10 volte il trattamento minimo Inps”, meglio conosciuto come “Proposta Meloni”.
In cosa consista tale proposta è noto: ricalcolare le pensioni in essere, di importo superiore a 5.000 Euro lordi mensili, con il metodo contributivo ed applicare conseguentemente un’eventuale contributo di solidarietà.
Ebbene, i Vertici Inps hanno confermato quanto da noi sempre sostenuto:
- I dati per il ricalcolo – nel settore privato – mancano o sono parziali o sono inutilizzabili per vari motivi
- I dati per il ricalcolo – nel settore pubblico – sono del tutto assenti
- Molte pensioni, se ricalcolate con il contributivo, aumenterebbero
In sostanza, ha sostenuto l’Inps, la Proposta Meloni, così come concepita, non è attuabile.
L’On. Meloni, presente all’audizione – non senza qualche resistenza – ha dovuto prendere atto di quanto emerso dal confronto.
Abbiamo seguito la vicenda da vicino attraverso contatti con gli On. Galli e Gnecchi, entrambi autorevoli esponenti PD in detta Commissione, ed abbiamo espresso loro il nostro apprezzamento per l’attenzione alle nostre tesi.
A questo punto auspichiamo veramente che da parte dell’On. Meloni cessi quella che riteniamo sin qui essere stata una vera e propria aggressione strumentale e demagogica nei confronti delle nostre pensioni e delle categorie che rappresentiamo.
Ovviamente, continueremo a seguire con la massima attenzione l’iter di altre proposte simili, cercando di confutarle sul piano tecnico e mediatico.
Invitiamo a diffondere questa nota attraverso i canali ritenuti più opportuni.