Nell’incontro svoltosi oggi sulle problematiche relative alle procedure concorsuali per il reclutamento in via ordinaria dei dirigenti scolastici sono state discusse le linee guida di una possibile proposta di modifica legislativa, che si ponga l’obiettivo della semplificazione e di una maggior efficienza dei concorsi dirigenziali nella scuola ed eviti il sorgere dei problemi che l’attuale procedura ha mostrato. Le linee guida elaborate dall’Amministrazione verranno poi tradotte in un articolato di legge.
Le caratteristiche principali del nuovo sistema di reclutamento delineate nella nostra proposta, che abbiamo illustrato nel corso dell’incontro, sono:
- delegificazione della materia: un decreto ministeriale si occuperà di definire i dettagli della procedura concorsuale, le modalità e i tempi della formazione, ivi incluso il tirocinio, in modo da sgravare i successivi bandi, emanati con decreto del competente Direttore Generale del Ministero, dalla necessità di definire la conseguente disciplina;
- obbligatorietà della indizione periodica (triennale o biennale) dei concorsi; si tratta di una caratteristica che abbiamo richiesto fosse esplicitamente inserita per evitare quanto successo in passato (lunghissima assenza di concorsi, per oltre dodici anni);
- la riduzione a cinque anni di servizio effettivo per la partecipazione al concorso da parte dei docenti in possesso di laurea;
- l’eliminazione della distinzione in settori formativi diversi;
- la sostituzione dell’attuale preselezione per titoli con una preselezione basata su prove oggettive di carattere culturale, professionale e attitudinale, cui parteciperebbero tutti i candidati;
- concorsi effettuati con la seguente procedura:
- prova scritta, a cui saranno ammessi tutti coloro che superano le prove di preselezione;
- prova orale;
- valutazione dei titoli;
- formazione della graduatoria dei vincitori;
- periodo di formazione e tirocinio per i vincitori.
Su quest’ultimo punto abbiamo contrastato la proposta dell’Amministrazione, che collocherebbe il periodo di formazione subito dopo la prova scritta, ipotizzando di ammettervi un numero di candidati pari al numero dei posti messi a concorso, maggiorato del 10%. Ciò è secondo noi negativo, poiché così facendo verrebbe assegnata quasi esclusivamente alla prova scritta la funzione di selezionare i vincitori, dando un rilievo più scarso alla prova orale e rendendo quasi inutile la valutazione dei titoli, che rileverebbero solo nel determinare chi rientra fra i vincitori e chi invece si colloca nel 10% aggiuntivo. In tal modo verrebbero penalizzati i candidati in possesso di titoli culturali e professionali particolarmente orientati al profilo dirigenziale (incaricati, collaboratori vicari, figure di sistema etc.).
L’Amministrazione ha rinviato ad un successivo incontro l’esame dell’articolato, che sarà predisposto nei prossimi giorni.
Nell’incontro è stato poi sollevato il problema derivante dalla scarsità dei posti disponibili per il concorso riservato rispetto alla platea dei presidi incaricati interessati al concorso stesso (si veda il nostro comunicato a seguito della riunione dello scorso 11 settembre).
Ferma restando l’immediata emanazione del bando, abbiamo chiesto che a questo problema venga posta la dovuta attenzione e siano studiate tutte le soluzioni possibili.