L’articolo 6, comma 1 del D.L. n. 155/2024 (c.d. “decreto anticipi”) prevede che tutte le Pubbliche Amministrazioni, entro il 28 febbraio di ogni anno a decorrere dal 2025, adottino un piano dei flussi di cassa comprensivo di un cronoprogramma dei pagamenti e degli incassi relativi all’esercizio di riferimento. Tale piano deve essere redatto sulla base dei modelli resi disponibili, sul sito istituzionale del Ministero dell’economia e delle finanze, dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato. 

La misura serve ad attuare la milestone M1C1-72 bis del PNRR, relativa alla riduzione dei tempi di pagamento delle fatture commerciali da parte delle Pubbliche Amministrazioni. L’obiettivo è quello di risolvere i casi di crisi di liquidità che sovente impediscono il rispetto del termine di 30 giorni previsto dalla legge per i pagamenti. 

Il Ragioniere Generale dello Stato, con determina del 14 febbraio 2025, ha anche approvato i modelli sulla base dei quali tutte le Amministrazioni devono redigere il suddetto piano annuale. Tuttavia, tale provvedimento dispone che alle Amministrazioni centrali – fra le quali, per costante interpretazione, devono considerarsi comprese le istituzioni scolastiche – continui ad applicarsi la disciplina del piano finanziario dei pagamenti di cui agli articoli 23, comma 1-ter, e 34 della legge 31 dicembre 2009, n. 196. 

Essa, tuttavia, appare inapplicabile alle istituzioni scolastiche che, infatti, sono escluse dall’apposito elenco delle amministrazioni pubbliche di cui al conto economico consolidato redatto annualmente dall’ISTAT, a differenza dei Ministeri e di enti come l’INPS e l’INAIL. D’altra parte, come è ben noto, la contabilità delle istituzioni scolastiche è regolata – ex articolo 21 della legge n. 59/1997 – dalla speciale disciplina di cui al D.I. 28 agosto 2018, n. 129. Inoltre, se non viene chiarito attraverso quale piattaforma telematica debba essere effettuata la trasmissione del piano, la sola sua compilazione risulterebbe inidonea a perseguire gli scopi sopra richiamati. 

L’ANP, dato l’incerto quadro normativo, ha già chiesto urgenti chiarimenti al Ministero che, a quanto ci risulta, dovrebbero essere pubblicati a breve. In ogni caso, non può e non deve accadere che una misura dagli scopi del tutto condivisibili, quali la riduzione dei tempi di pagamento e la risoluzione dei casi di crisi di liquidità, comporti per i colleghi un ulteriore aggravio di compiti e responsabilità che hanno già superato, da tempo, il limite della sostenibilità. 

Ad ogni modo, riteniamo opportuno evidenziare con favore come la tardiva elaborazione del piano dei flussi di cassa non integri alcun illecito.  

Terremo informati tutti i nostri iscritti degli sviluppi della vicenda.